Mi dispiace che sia nata un po' di baruffa. Chiamato simpaticamente in causa, posso dire che, per grandi linee, hanno ragione entrambi gli amici Masper e c0t3ch1n0. Parto dal presupposto che questo gioco non ha nessuna restrizione e ciò lo inquadra subito come una non-crittografia (da qui una delle motivazioni di non denominarla più «crittografia mnemonica»). Per le crittografie (pure, sinonimiche, perifrastiche, sillogistiche e a frase), invece, vigono procedure di bellezza e di tecnica riscontrabili soprattutto nella richiesta della mancanza di equipollenza e di ripetizioni non bisenso e che risulti una frase (finale) plausibile. La frase bisenso è invece un'idea. E' una frase che presenta due significati e che può essere comodamente inserita anche in un gioco in versi, se ne può trarre un rebus (senza grafemi) o, ancora, la si può trovare nelle definizioni di parole crociate, nelle domande bizzarre, nelle barzellette (Achille Campanile era un cultore) e così via. Per questo motivo c'è una grandissima libertà compositiva. Ha ragione c0t3ch1n0 quando afferma che in una frase bisenso si possono trovare anche vocaboli non... bisensanti (come dicono i giovani enigmisti) ed ecco infatti due esempi che chiariscono meglio il concetto: «Kilt= articolo maschile singolare» e «Colosseo= costruzione del periodo latino» nelle quali si notano, nella prima, maschile e, nella seconda, latino che non hanno doppio significato. Di questi giochi ve ne sono un numero grandissimo. Non si può pretendere, infatti, che si debbano pubblicare sempre e solo parole bisensanti (come «Abatini= miti prelatini»), altrimenti il gioco si estinguerebbe nello spazio d'un mattino. Diverso sarebbe stato il discorso se Masper avesse parlato di bellezza. Allora l'argomento avrebbe preso un'altra piega perché la bellezza è un terreno tabù e se ne può discutere fino all'infinito senza che spesso si riesca a convincere l'interlocutore delle proprie tesi. Ad esempio un argomento estetico potrebbe essere quello relativo all'impiego dei falsi derivati: alcuni sono così... veritieri che molte volte non ci accorgiamo che si tratta invece di parole «inventate», del tipo «mattone» per intendere un «grande matto». Termino sottolineando che sono brutte quelle frasi bisenso in cui manca il soggetto, proprio come «Gemelli = in maniche di camicia» citata da c0t3ch1n0.