"A proposito dell'IKEA..." Sciarada SOLUZIONE

Aperto da bobaccio, 08 Aprile 2008, 09:48:07

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bobaccio

Sciarada
La moglie svedese
Se siete alla ricerca d'un soggetto
da sottoporre a un xxxx finalizzato
a dimostrare quanto complicato
sia conviver felici sotto un tetto,
eccomi qui! Ancor yyyy d'amore,
mentre la sua passion s'è raffreddata:
di stare accanto a me s'è già stancata,
mi considera quasi un seccatore.
Lei mi lancia messaggi assai eloquenti
perché intenda che siamo ormai allo sfascio
ma io sono xxxxyyyy e non la lascio!
Un esempio? Acquista spesso ingenti
quantità di polpette surgelate
(che odio, lo sa bene) lì all'IKEA,
e le serve per cena con purea,
immerse in nauseanti marmellate!


SOLUZIONE NELL'ULTIMO POST

A proposito dell'IKEA:
"Pazza Ikea..." cantava Patty Pravo, e non aveva torto. Hai notato che qui non esistono reparti, come negli altri Megastore? Ovunque puoi trovare tutto. Tra i divani spuntano colorati scopini per il cesso; le superfici delle scrivanie per computer espongono coperchi in acciaio e confezioni da dodici saponette colorate; i tavoli da cucina mica sono coperti da tovaglie, piatti e posate, no: servono da appoggio al circuito di binari del trenino in legno, giocattolo sul quale ogni bambino svedese farebbe la cacca se glielo regalassero davvero, e che viene prodotto solo per i magazzini italiani.
Ovunque sono ammucchiati pupazzetti di ogni dimensione, in peluche o in stoffa con colori da far vomitare, che riproducono gli animali più improbabili, dal cerebropiteco tibetano al marpiosauro del mare del Nord; e su ognuno di essi, anche sul più piccolo (quello che dovresti infilare sul dito mignolo per far ridere tuo figlio e renderlo immediatamente cerebroleso) è cucita una enorme etichetta di stoffa con il prezzo, l'indicazione del reparto dove lo puoi trovare in vendita e il nome. Eh sì, perché tutto qui ha un nome! C'è il bricco Käben, l'armadio "Overkaren, la carta igienica Tullsa, il nettacristi Skøparsör, lo staccastalagmiti Rÿöterk, il ciuccialacrime Førenkar, e così via: ogni cacchina  è univocamente identificabile e ti risponde se la chiami.
Loro, i commessi e le commesse, avvolti in uno spolverino giallo marchiato a fuoco sulla schiena, ti sorridono tristemente trasmettendoti la loro segreta disperazione e ti chiederebbero aiuto se non temessero di essere sorpresi da una delle migliaia di telecamere nascoste. Non toccano un articolo che sia uno: digitano il codice sulla tastiera del computer creando tutti gli accoppiamenti possibili tra un cassetto, una mensola e una vetrinetta, con una fantasia erotica degna dell'autore del Kamasutra, e ti spediscono alla cassa, mettendoti in mano certi fogli trasparenti sui quali si allineano centinaia di simboli incomprensibili ai quali devi credere con una fede degna dei primi cristiani.
E le matitine non sono una tentazione? Decine e decine di espositori trasparenti ti sorridono amabilmente con invitanti ammiccamenti degni di Matha Hari: come puoi resistere? Ne prendi due o tre e le cacci in tasca, poi ti guardi intorno furtivamente e, notando che in zona non c'è nessuno, le afferri a manate e le fai scomparire nella borsa, nei calzini, nelle mutande. Poi, quando arrivi alla cassa, sei preso dal terrore che qualche dispositivo segreto si attivi e l'intera refurtiva stipata nelle parti più intime del tuo corpo cominci a vibrare e ad emettere suoni e luci, mettendo in allarme i sorveglianti (che sono tutti ex giocatori della nazionale svedese di rugby). Magari quelle *** di matite sono fatte di legno fatato delle foreste del nord e si mettono a cantare in coro.
Dulcis in fundo, accanto alle casse, c'è in piccolo settore seminascosto che espone articoli difettosi in offerta. Ora, capisco che un povero cristo, con problemi di superamento della quarta settimana, vi possa trovare qualche scassata libreria a metà prezzo, o un tappeto spelacchiato dove, il giorno prima, un bambino ha vomitato il gelato ai frutti di bosco; ma è possibile che mettano in vendita piantine ormai ingiallite, con cadaveri di fiorellini lilla, a trenta centesimi il vaso? Dico, che c...o se ne fa uno di una pianta morta, anche se costa trenta centesimi?
Quando esci e torni a respirare l'aria inquinata dell'autostrada di Padova, ti senti come se avessero tentato di metterti nel tritacarne per trasformarti in una confezione famiglia di polpettine svedesi, quelle che si mangiano con la marmellata di more. Guardi il sole, sorridi e ringrazi Dio di essere nato in Italia.

(Rètore Borbot, "Cronache del XXI secolo")

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il gioco è - al solito - molto carino e ben presentato, ma trovo gustosissima l'appendice :lol: (peraltro condivido il senso e ho riso di gusto alle forzature :wink: ).
Chi è questo Rètore Borbot? un certo bobaccio? 8)

bobaccio

Citazione di: "mauro"
Chi è questo Rètore Borbot? un certo bobaccio? 8)
Un suo intimo amico...

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