Imago (sol)

Aperto da Caxio, 20 Ottobre 2009, 15:23:17

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Caxio

Sabato scorso a Chiavari, durante una seduta del Convegno Rebus, si è acceso un purtroppo breve, ma interessante dibattito sull'imago, che ricordo essere una creatura del forum.
Tra indifferenti, detrattori e sostenitori, è emersa la diffusa convinzione che l'imago non debba essere utilizzata come gioco residuale (di ripiego per chiudere un rebus... che non si chiude) oppure per semplificare l'illustrazione di quello che potrebbe tranquillamente essere un rebus, bensì come gioco a sé stante, pensato "ab ovo" come imago. Perplesso, ve ne propongo una nuova, giurando che l'ho pensata da subito come imago! :D

In PVT, per ora senza pl.

Imago: 1 4 1,1 3 5: 3 1'4 4 = 5 3 5 5 2 7


Caxio

#1
Langense
Alcinoo
Kinsarah
Azimut

Caxio

#2
Bobolink
Reg
Step
Betta22
Luna26

Caxio


Caxio

#4
Alowa
Dyne
Lamammadiedo
Kc8
Alan
Sandro70
Salmastro
Winter81
Slowmotion
Iceberg
Il Vetraio

Caxio

#5
Il dio Ra
Bucaniere

Il dio Ra

Non avendo partecipato al dibattito (no ! il dibattito no !) ... chiedo qui a Caxio in cosa differisce questo (bellissimo ;)) gioco da un rebus (che magari era difficilmente disegnabile).

:)


Caxio

#7
Citazione di: Il dio Ra il 22 Ottobre 2009, 13:39:48
Non avendo partecipato al dibattito (no ! il dibattito no !) ... chiedo qui a Caxio in cosa differisce questo (bellissimo ;)) gioco da un rebus (che magari era difficilmente disegnabile).

:)


Neanche tanto difficilmente disegnabile. Chiedere ad Alan per dettagli :D, il quale, se ha voglia, potrebbe riportare l'interessante pvt che mi ha inviato ieri.

Da inguaribile appassionato di rebus, anch'io sono sempre portato a riconoscere uno "ius primae noctis" al rebus. Ma pensandoci bene bene, mi domando perché deve essere così per forza. Non è meglio lasciare alla sensibilità dell'autore la possibilità di decidere come meglio presentare al pubblico suo "figlio"?
Era una domanda che mi ponevo anche quando a Chiavari abbiamo parlato del rebus del 1959 di Zanzibar Tra mais pirata = Trama ispirata, riproposto da lui stesso molti anni dopo come crittografia a frase, esposto GRAN CORSARO TURCO. Questa critto non ha forse pari dignità (e per certi versi una punta di genialità in più) del bellissimo rebus muto che raffigura un corsaro tra le piante di gran turco? Ma sai quante crittografie potevano essere presentate come rebus e viceversa? Una marea!
La più immediata e facile realizzazione grafica non è condizione sufficiente per ritenere legittima la decisione di presentare un potenziale rebus come imago?  ::)
Domande.
:)

Vai Samlet, dicci la tua! :D

azimut

Citazione di: Caxio il 22 Ottobre 2009, 15:01:09
Vai Samlet, dicci la tua! :D

Samlet dirà sicuramente che, in quanto Arte, queste discussioni tecniche, all'Enigmistica, ci fanno un baffo, ci fanno!
;D


Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante e senza squame...

Alan

Citazione di: Caxio il 22 Ottobre 2009, 15:01:09
Neanche tanto difficilmente disegnabile. Chiedere ad Alan per dettagli :D, il quale, se ha voglia, potrebbe riportare l'interessante pvt che mi ha inviato ieri.
Molto volentieri.
La mia perplessità è questa: secondo me la stessa identica frase si poteva realizzare come rebus. Bastava mostrare in una cantina un uomo in camice con una cartellina in mano mentre esamina delle uve. Sulla cartellina c'è un foglio che ha come intestazione "Controllo autenticità" e più sotto i nomi "Barbrasa" e "Barbera dou Ciorniou" con vicino la spunta fatta dall'uomo. Sulle ceste un cartellino con gli stessi nomi. A sull'uomo, P,I sui grappoli d'uva.
Onestamente io penso che se un gioco può essere reso come rebus, non meriti trasformarlo in verbis o imago o sonis o quant'altro. So che certi non la pensano così, ma per me è un modo di snaturare la tipologia di gioco. Cioè, se tante imago sono in realtà dei rebus camuffati, ho paura che a lungo andare si perda il senso dell'imago e non si permetta al gioco di esprimere il suo vero potenziale.
D'altra parte capisco perché spesso si decida di trasformare il rebus in imago. Per realizzare quello che hai presentato, ti è bastato unire tre foto trovate in Internet e metterci su le lettere. Se l'avessi presentato come rebus avresti dovuto disegnare la vignetta. Ora, viste le tue qualità, per te non sarebbe stato un problema, ma se il gioco l'avesse proposto un altro, il problema si sarebbe posto, eccome! Ecco, di questo ho paura: che l'imago venga vista più come uno stratagemma per non dover disegnare un rebus piuttosto che nel suo vero potenziale di mix tra testo e immagine. Non vorrei diventasse un ripiego, come all'inizio è stato il verbis. Il verbis si è affrancato da questo iniziale cliché, l'imago mi sembra non ci sia ancora riuscita (ma mi auguro ci riesca presto!).



Citazione di: Caxio il 22 Ottobre 2009, 15:01:09
Da inguaribile appassionato di rebus, anch'io sono sempre portato a riconoscere uno "ius primae noctis" al rebus. Ma pensandoci bene bene, mi domando perché deve essere così per forza. Non è meglio lasciare alla sensibilità dell'autore la possibilità di decidere come meglio presentare al pubblico suo "figlio"?
Era una domanda che mi ponevo anche quando a Chiavari abbiamo parlato del rebus del 1959 di Zanzibar Tra mais pirata = Trama ispirata, riproposto da lui stesso molti anni dopo come crittografia a frase, esposto GRAN CORSARO TURCO. Questa critto non ha forse pari dignità (e per certi versi una punta di genialità in più) del bellissimo rebus muto che raffigura un corsaro tra le piante di gran turco? Ma sai quante crittografie potevano essere presentate come rebus e viceversa? Una marea!
La più immediata e facile realizzazione grafica non è condizione sufficiente per ritenere legittima la decisione di presentare un potenziale rebus come imago?  ::)
Domande.
:)
Io credo che con le crittografie il discorso sia diverso. Anch'io ricordo un L è preferita = Lepre ferita che è stato proposto nel 1950 come rebus ma che ha visto una sorta di "seconda giovinezza" quando nel 2000 uscì come crittografia sillogistica con il geniale esposto HARLEM.
Crittografie e rebus operano in due ambiti diversi e portano a due tipi di ragionamento diversi (per dire una cosa banale, nelle crittografie non hai grafemi: puoi operare solo con le lettere dell'esposto. Così se in prima lettura hai, chessò, pirata e la lettera Z, devi fare salti mortali per trovare un esposto che definisca il pirata e che contenga la Z). Rebus, verbis e imago fanno parte invece della stessa famiglia.
Non sono convinto che la più facile realizzazione grafica sia un buon motivo di discrimine per scegliere un tipo di gioco rispetto ad un altro. Non so, mi dà l'idea che la tipologia di gioco si prostituisca a favore della disegnabilità. Ho paura che il discorso sia sempre il solito: il valore di un rebus cambia se il disegno lo ottengo giustapponendo foto piuttosto che facendo un collage con immagini di vecchi rebus o se lo disegno io piuttosto che farlo disegnare a te o alla Brighella?
Onestamente sono molto perplesso. Mi piacerebbe sentire qualche altro parere in merito, quindi lascio la parola a chi altro voglia intervenire. ;)



Alan

Il dio Ra

Sono d'accordo con Alan (ma penso che Bardo sotto sotto la pensi così anche lui ... )

:)

nbanga

orsù, ... e lasciamoci divertire  ;D
non mettiamo troppi paletti concettuali. Io francamente, pensandoci un po' a freddo adesso, non capisco l'obiezione riguardo al riciclaggio delle chiavi che non si potevano usare come rebus. Non sono stati creati apposta verbis e imago proprio per permettere di sfruttare certe idee altrimenti irrealizzabili? Perché farne un problema? Mi domando poi come si possa dedurre analiticamente che uno di questi nuovi giochi sia stato concepito da un autore "appositamente" o invece usando una sequenza già nel cassetto ma con problemi di resa nella forma di un rebus tradizionale. Bah, ripeto: mi pare una obiezione senza alcun senso.
E ribadisco che dobbiamo pensare a divertirci (impegnandoci però il più possibile per la qualità di un gioco, quale esso sia, che è la cosa più importante). Altrimenti, se vogliamo disquisire su temi di metaenigmistica, non dimentichiamoci che anche il rebus moderno in fondo è nato per permettere di realizzare ciò che non si poteva con la crittografia a frase e il suo striminzito esposto. E allora ritorniamo agli esordi storici (almeno recenti) di questa diatriba e ridiamo un po'di ragione al buon Zoroastro.

Un ultima considerazione: non pensate che il "rebus e basta" possa esprimere una ben maggiore potenzialità una volta liberato dai tanti vincoli puramente convenzionali che lo reprimono (divieti per avverbi di luogo, per riferimenti al lettore o ad altre persone, per ragionamenti extracontestuali, ecc. ecc.)?

:)


Sei amato solo dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza.

Th. W. Adorno

STEP

Citazione di: nbanga il 23 Ottobre 2009, 12:27:02

.......Un ultima considerazione: non pensate che il "rebus e basta" possa esprimere una ben maggiore potenzialità una volta liberato dai tanti vincoli puramente convenzionali che lo reprimono (divieti per avverbi di luogo, per riferimenti al lettore o ad altre persone, per ragionamenti extracontestuali, ecc. ecc.)?

Io mi rendo conto che è più difficile ideare un facile rebus da pag.3 di SE che un difficilissimo imago. Un autore di rebus dell'immediato dopoguerra difficilmente sarebbe incappato in un'accusa di plagio. Un pochino di elasticità sarebbe gradita, e parlo più da solutore che altro.

Caxio

Soluzione:

A vere P,I uve stima: uve d'Asti rare =
Avere più vesti mauve da stirare.