IL PUZZLE DELLA VILLA

Aperto da Eutidemo, 11 Febbraio 2018, 14:44:20

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Eutidemo

GIALLO: IL MISTERO DELLA VILLA
A differenza del mio precedente giallo, questo, per renderlo più "partecipativo" e gratificante, è stato diviso in singoli "gradini", al termine di ciascuno dei quali potrete fare un passo in avanti verso la soluzione finale.
Sarete anche in condizioni di decidere quale tipo di ulteriore indagine o di esperimento probatorio la polizia dovrebbe fare, secondo voi, per meglio accertare la verità dei fatti; questo, ad ogni singolo stato di avanzamento delle indagini.
Basato molto anche sulla PLANIMETRIA ALFANUMERICA (lettere per i personaggi nel luogo, in cui erano al momento in cui c'è stata la deflagrazione, numeri per i locali), il mio piccolo giallo può anche assumere, in un certo senso, l'aspetto di una specie di PUZZLE!
Poichè, però, ovviamente, io ho già completato la trama, non so in quale modo il meccanismo "partecipativo" potrà effettivamente funzionare.
Vediamo che succede! :)

Eutidemo

ALLEGATO I°
LOCALI DI VILLA GRANDI
PLANIMETRIA DELLA VILLA

1- PORTONE PRINCIPALE NORD
2- GRANDE CORRIDOIO CENTRALE
3- PORTONE SECONDARIO SUD
4- PARCO LATO EST
5- PARCO LATO OVEST
6- STRADE ESTERNE ALLA VILLA
7- CUCINA
8- BAGNI SERVITU'
9- STANZA SERVITU'
10-STANZA MAGGIORDOMO
11- SALONE PRANZO E RICEVIMENTI
12- POLIGONO DI TIRO PRIVATO
13- CAMERA DA LETTO ALFONSO FREDDI (E)
14-  CAMERA DA LETTO  MARCO LUCIDI (B)
15- BAGNI PADRONALI
16- STUDIO BRUNO GRANDI
17- CAMERA DA LETTO  LIDIA SARTI (F)
18- CAMERA DA LETTO LUCIO CARTA (G)
19 - CAMERA DA LETTO SILVIA LANDI (C)
20- CAMERA DA LETTO BRUNO E MARTA GRANDI (H)
ALLEGATO II
A- BRUNO GRANDI (PROPRIETARIO DELLA VILLA E PRESUNTO SUICIDA)
B- MARCO LUCIDI (SUA GUARDIA DEL CORPO)
C- SILVIA LANDI (SUA INFERMIERA)
D) CARLO DORA (SUO GIARDINIERE)
E) ALFONSO FREDDI (SUO AMMINISTRATORE)
F) LIDIA SARTI (SUA AMANTE E AMICA DI MARTA GRANDI SUA MOGLIE)
G) LUCIO CARTA (SUO AMICO E AMANTE DI MARTA GRANDI SUA MOGLIE)
H) MARTA GRANDI (SUA MOGLIE)
I L M) SERVITU'
N) MAGGIORDOMO.
_______________________________________
ALTRI PERSONAGGI
Il commissario FRANCO ALIPERTI e  l''Ispettore GIULIO BETTI.
____________________

Eutidemo

DAL PRIMO RAPPORTO DI POLIZIA
Quanto sotto, si riporta in base alle testimonianze, ove possibile reciprocamente confermate, dei soggetti indicati nell'allegato II° (personaggi da B a N)-
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Alle ore 21,00 del giorno 1° Febbraio 2018, Bruno e Marta Grandi stavano cenando assieme ai loro ospiti nella loro grande villa sull'Appia Antica, molto fuori mano; alla cena, nel salone indicato al numero 11 della planimetria di cui all'allegato I° (planimetria della villa), erano presenti i soggetti indicati nell'allegato II°, e, cioè A B C E F G H.
Alle ore 22,30, Marta Grandi (H) la moglie del defunto, e Marco lucidi (B) sua guardia del corpo, si ritirarono nelle loro camere da letto: rispettivamente indicate nella planimetria di cui all'allegato I° (planimetria della villa) sub 14 e 20.
Alle ore 23,00, Bruno Grandi (A) e Silvia Landi sua infermiera (C) si ritirarono il primo nella sua stanza studio e la seconda nella sua camera da letto, rispettivamente indicate nella planimetria di cui all'allegato I° sub 16 e 19.
Alle ore 24,00, i soggetti indicati nell'allegato II°,  si trovavano, secondo le loro dichiarazioni, nei punti in cui le loro lettere in rosso sono riportate nella planimetria di cui all'allegato I°; tale riproduzione planimetrica è della massima importanza, perchè indica i punti della villa in cui tutti si trovavano quando si udì una potente deflagrazione provenire dalla direzione dello studio di Bruno Grandi (stanza n°16).
L'ordine alfabetico dei soggetti in questione, corrisponde a quello di arrivo fuori la porta chiusa di Bruno Grandi -
---
Ed infatti:
B- MARCO LUCIDI (GUARDIA DEL CORPO), che si trovava nella sua camera da letto al n.14, al rumore dello sparo dice di essere subito accorso, correndo lungo il corridoio, davanti alla porta dello studio del suo datore di lavoro BRUNO GRANDI al n.16); dice di aver provato ad entrare, circa alle ore 24,01, ma di averla trovata chiusa.
C-  SILVIA LANDI ( INFERMIERA), appena dopo un rumore di sciacquone, usciva dalla porta del bagno al n.15, e si univa a MARCO LUCIDI davanti alla porta circa alle ore 24,02.
-Io ho una copia della chiave, nella mia camera da letto.- disse.
- E allora cosa aspetti, valla a prendere e apri!- la incitò lui.
Ma, proprio in quel momento, sentirono bussare concitatamente al portoncino in fondo al corridoio che dava sul giardino est, al n.5: una volta apertolo, entrava trafelato D) CARLO DORA (GIARDINIERE), inzaccherando tutto il pavimento di fango.
- Fermi...non so se sia il caso di entrare nella stanza!- gridò.
Erano le 24,03.
-E perchè mai?- chiesero entrambi stupiti.
-Perchè il signor BRUNO GRANDI ormai è morto, e, quindi, forse è meglio non aprire la porta fino all'arrivo della polizia.-
- E tu come fai a saperlo con certezza?- gli chiese concitato  MARCO LUCIDI.
- Perchè ero da poco entrato nel giardino EST, dal cancello che dà sulla strada, ed ero molto vicino finestra dello studio del signor BRUNO GRANDI, quando ho udito il rumore dello sparo, a mezzanotte esatta: allora sono corso a guardare dentro, perchè la luce era accesa, e l'ho visto seduto di spalle sulla poltroncina della sua scrivania...con la nuca completamete sfondata da un buco slabbrato largo quanto una tazza da tè. Nella stanza c'è solo lui, quindi è evidente che si sia suicidato-
Soffocò un gemito: -E' impossibile che sia ancora vivo!-
- Ha ragione!- esclamò allora l'infermiera.
E, nel dire questo, mostrò loro il suo smart-phone, che monitorava da remoto le funzioni vitali del suo assistito; il quale, a partire dalle ore 24,00 (ora della deflagrazione), segnalava le sue linee vitali divenire progressivamente piatte, con qualche secondo di differenza a seconda delle diverse funzioni cerebrali o cardiache.
Ed ecco che, alle ore 24,04, allarmati dal rumore, giungevano anche gli ospiti che si erano trattenuti a giocare a carte nel salone al n.11, e, cioè:
E) ALFONSO FREDDI (AMMINISTRATORE DI BRUNO GRANDI)
F) LIDIA SARTI (AMANTE DI BRUNO GRANDI  E AMICA DI MARTA GRANDI SUA MOGLIE)
G) LUCIO CARTA (AMICO DI BRUNO GRANDI E AMANTE DI MARTA GRANDI SUA MOGLIE)

LUCIO CARTA andò a svegliare MARTA GRANDI (H) che si presumeva ancora dormisse nella sua camera da letto al n.20; ma che, invece, si era già svegliata per il rumore, e si stava ancora vestendo per andare a vedere cosa fosse accaduto.
Lo seguì davanti alla porta dello studio del marito alle ore 24,07 circa.
Alle ore 24,10 circa,  mandati chiamare dal giardiniere, perchè non avevano udito il rumore dello sparo, arrivavano anche i membri della servitù I L M che stavano chiacchierando in cucina al n.7, e il maggiordomo N che stava dormendo nella sua camera da letto al n.10.
Una volta radunati tutti insieme, senza aprire la porta, telefonavano alla polizia, che, considerata l'importanza economica e politica di Bruno Grandi, giungeva in forze e rapidamente alle ore 24,30.

Eutidemo

PRIMO SOPRALLUOGO DELLA POLIZIA
Come detto, alle ore 24,30 sopraggiungeva il Commisario Franco Aliperti, e l'Ispettore Giulio Betti, con vari agenti.
Considerato che dentro la stanza c'era fuor di dubbio un cadavere, prima di entrare Aliperti ordinò di fotografare l'interno della stanza dalla finestra del giardino, e, in particolare, tutti i dettagli della finestra e del terreno sottostante; quindi fece fotografare ogni dettaglio della porta e della serratura, e controllare esternamente i muri dello studio per riscontare se ci fossero altri passaggi o cavità.
Poi disse all'infermiera di andare a prendere la sua chiave e di aprire l'uscio; una volta tornata con la chiave, SILVIA LANDI  si stava accingendo ad aprire, quando il fotografo della scientifica che aveva fotografato la serratura, le disse:
-Temo che non ci riuscirà tanto facilmente, signora, perchè, mentre prendevo la foto della serratura, ho notato che BRUNO GRANDI ha chiuso la porta lasciando inserita la chiave nella toppa.-
- Lo immaginavo- sospirò lei stringendosi nelle spalle -Non è la prima volta che succede. La settimana scorsa era svenuto, e, per entrare, ho usato la mia copia della chiave nelle stesse condizioni; battendo e premendo un po', non è difficile far cadere in terra la chiave all'interno, e poi entrare.-
- Provi pure!- la esortò il Commissario.
Dopo qualche tentativo, alla fine l'infermiera riuscì ad aprire la porta, e la polizia potè entrare cautamente dentro, badando ad ogni dettaglio, e cercando di non alterare in alcun modo lo scenario del presumibile suicidio.
La chiave interna, era in terra a circa 30 cm dalla base della porta.
Sulla parete a sinistra c'era uno schedario da terra a soffitto (F), con le ante completamente spalancate: niente in disordine dentro.
Sulla parete a destra c'era una libreria da terra a soffitto (E), con le ante completamente spalancate: niente in disordine dentro.
Sulla parete di fondo c'era un armadio per vestiti da terra a soffitto (H), con le ante completamente spalancate: niente in disordine dentro.
Sulla parete della finestra, c'era una stampante wireless con un foglio scritto nel vassoio di uscita, su cui era scritto: "Non più parole...un gesto!" (ultime parole scritte da Cesare Pavese, prima di suicidarsi.
A circa due metri dalla stampante, sulla stessa parte, c'era una finestra con la serranda sollevata, ma con le imposte chiuse con una serratura di sicurezza antifurto ancora allarmata.
Di fronte alla finestra, c'era un cannocchiale astronomico; che, però, non era puntato verso le stelle, ma su una vicina collina, dove sorgeva la villa di Gino Volta, banchiere concorrente di Bruno Grandi.

Il commissario Aliperti dette ordine agli agenti della polizia scientifica di verificare tutti gli oggetti all'interno della stanza, della scrivania, dell'armadio, dello schedario e della libreria (e perfino dentro la stampante), al fine di riscontrare se ce ne fosse qualcuno sospetto; disse, inoltre, di controllare bene se ci fossero botole sul pavimento o passaggi segreti nelle mura, e, soprattutto, di sperimentare tutti i modi possibili ed immaginabili per chiudere la porta facendo ruotare in posizione di chiusura la chiave inserita dall'interno, ovvero di chiudere la finestra dall'esterno azionando i chiavistelli interni, bloccati con lucchetto.
Ovviamente, ordinò anche una perizia medica per stabilire l'ora della morte di Bruno Grandi, che era stato ritrovato morto sulla sedia della scrivania, più o meno al centro della stanza, così come aveva descritto il giardiniere.

Eutidemo

E.C.
Sulla parete a sinistra c'era uno schedario da terra a soffitto (E), con le ante completamente spalancate: niente in disordine dentro.
Sulla parete a destra c'era una libreria da terra a soffitto (F), con le ante completamente spalancate: niente in disordine dentro.

Eutidemo

PRIMI RISULTATI DELL'INDAGINE.
Il giorno successivo, il Commisario Franco Aliperti e l'Ispettore Giulio Betti, esaminavano i primi risultati dell'indagine.
Da essa risultò che:
1) All'interno della stanza, della scrivania, dell'armadio, dello schedario e della libreria (e perfino dentro la stampante), non c'era alcun oggetto di natura sospetta.
2)  Non esistevano botole sul pavimento o passaggi segreti nelle mura.
3) Non si trovò alcun modo per chiudere la porta facendo ruotare in posizione di chiusura la chiave inserita dall'interno, ovvero di chiudere la finestra dall'esterno azionando i chiavistelli interni, bloccati con lucchetto.
Come detto, il cadavere era seduto sulla poltroncina, a circa un metro dalla scrivania, mentre la pistola era in terra sul lato destro della poltroncina stessa (sotto il braccio penzoloni), vicino al bossolo espulso; dietro la spalliera la moquette del pavimento era impregnata di sangue e di materia cerebrale.
Il proiettile, fuoriuscito dalla nuca di Grandi, era conficcato nel muro alle sue spalle, accanto alla finestra; la traiettoria corrispondeva perfettamente.
Si verificò, inoltre, che le impronte digitali sulla tastiera del notebook che era sulla scrivania, erano del morto; e che su di esso era ancora aperto il file con il messaggio inviato alla stampante.
Si verificò, infine, che dallo smart-phone del morto, alle 23,50, era stato inviato un SMS a Gino Volta, banchiere concorrente di Bruno Grandi (che abitava nella villa di fronte), in cui era scritto: "Non mi lasci altra scelta!"; anche sullo smart-phone c'erano solo le impronte digitali del morto.
Gino Volta dichiarava di aver letto il messaggio soltanto il giorno dopo, perchè alle 23,45 già dormiva, con il cellulare spento; e, una volta lettolo, dichiarava alla polizia di non avere la benchè minima idea a cosa aludesse Bruno Grandi con il suo messaggio.
La pistola, una GLOCK 34 GEN 4 Cal.9x21 di fabbricazione austriaca, era di proprietà del defunto; ed anche su di essa c'erano soltanto le sue impronte digitali. Nel caricatore erano rimasti 14 proiettili, in quanto mancava solo quello che lo aveva ucciso; che era stato indubbiamente sparato da quell'arma, come confermato dalle striature.
L'esame dello STUB (una volta "guanto di paraffina"), rivelava che entrambe le mani del morto erano sporche di polvere da sparo, e che nessun altro nella villa aveva fatto uso di armi da fuoco nelle ultime 24 ore.
Il morto era in pigiama, sul quale indossava una vestaglia.
La perizia medica, per la quale (per ovvi motivi) non si era proceduto ad autopsia, essendo la causa della morte evidente, stabiliva che, con la massima approssimazione possibile, la morte era avvenuta tra le ore 23,45 e le ore 0,15; il corpo non presentava ecchimosi o segni di colluttazione, nè segni di puntura d'ago.
Da un prelievo del sangue e delle orine, peraltro, non risultava che la vittima avesse assunto droghe, sedativi o sonniferi di qualsiasi genere nelle 24 ore precedenti il decesso.
Tutti i presenti nella villa sono stati immediatamente perquisiti, sia sulla persona, sia nelle loro camere, senza rinvenire nulla di particolare.
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LA PROSSIMA VOLTA VI RIPORTERO' LE RIFLESSIONI DI ALIPERTI E BETTI SU QUESTI PRIMI DATI, ANCORA NON SUFFICIENTI PER ACCERTARE COSA SIA ACCADUTO.
PER ADESSO VOI COSA NE PENSATE?

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Eutidemo

Peccato, ho fatto una fatica inutile :(
Non interessa a nessunooooo :'(

Eutidemo

PRIME CONSIDERAZIONI DI ALIPERTI E BETTI
- Be'- fece l'Ispettore Giulio Betti -Mi sembra OVVIO che si sia trattato di un suicidio.-
- Così sembra, in effetti!- convenne il Commisario Franco Aliperti - Però, per scrupolo, penso sia il caso di riflettere su alcuni dettagli.-
- Per esempio?-
- Per esempio dovremmo soffermare la nostra attenzione sul fatto che entrambe le mani di Grandi erano sporche di polvere da sparo; però era sporca di polvere da sparo solo il polsino e la manica destra della vestaglia, e non il polsino e la manica sinistra.-
- E che significa?-
- Significa che, quella sera, dopo essere uscito dal salone al n.11, prima di recarsi nel suo studio al n.16, Bruno Grandi deve essersi presumibilmente recato a sparare nel suo poligono privato al n.12; ed infatti ho fatto verificare che "entrambi" i polsini e le maniche della giacca che indossava a cena sono sporche di povere da sparo.
Ed infatti, in poligono, si spara "sempre" a due mani, e non con una mano sola!-
- E nessuno ha sentito gli spari?- chiese Betti.
- Ovviamente no, perchè il poligono è insonorizzato in modo totale da pannelli fonoassorbenti di ultima generazione; non si sarebbe sentito nulla, neanche se avesse sparato con un cannone!-
- D'accordo.- convenne l'Ispettore - Allora vuol dire che Grandi prima ha sparato tutto vestito e a due mani nel poligono; dopodichè, ritiratosi nel suo studio e cambiatosi d'abito...si è suicidato usando solo la mano destra; questo spiega perchè entrambi i polsini della giacca erano sporchi di polvere, mentre lo era solo quello destro della vestaglia.
Non ti pare?-
- E' possibilissimo, Giulio.
Però, solitamente, specie se uno è esperto di armi come lo era Grandi, se si spara in bocca "a pistola rovesciata" lo fa impugnando l'arma a due mani, non con una mano sola; ed infatti, usando soltanto la mano destra, c'è il rischio che il colpo tenda a deviare troppo a  sinistra, con eventuale esito non letale.-
- E' vero...è una cosa che capita spesso.- ammise l'Ispettore - Però c'è chi sostiene che bisogna proprio puntare un po' a sinistra, e non troppo centralmente.-
- Questo è abbastanza vero: occorre mirare in alto e leggermente a sinistra, perchè se il colpo è perfettamente centrale e non sufficientemente elevato, qualora non sia mortale c'è il rischio di colpire l'inizio della colonna vertebrale...e di sopravvivere paralizzati per il resto della propria vita.-
Betti rabbrividì.
- Si tratta di un tema molto controverso- tagliò corto il Commissario Aliperti - Comunque, nel nostro caso, il proiettile gli è uscito esattamente dal centro della nuca, con un foro di uscita di circa dieci centimetri; per cui, si può dire che sia morto praticamente sul colpo.-
- La morte cerebrale è intervenuta dopo circa 1 - 2 secondi, mentre l'arresto del cuore qualche secondo dopo, come confermato dal rilevatore cellulare della sua infermiera.- confermò Betti.
- Già.- Sospirò Aliperti - Ad ogni modo, sembra proprio che si sia sparato con la sola mano destra, a quanto pare; sebbene io trovi la cosa non certo impossibile da supporre...ma un po' strana.
Così come trovo alquanto strano che, prima di suicidarsi, sia andato ad allenarsi al tiro a segno nel poligono di tiro; cosa temeva, di non riuscire a centrare la propria testa?-
Sorridendo alla macabra battuta, Berti osservò:
- Forse non aveva ancora deciso di suicidarsi...chi lo sa!.-
- Tutto è possibile!- convenne il Commissario - Però, se fosse risultato, come all'inizio sembrava, che si fosse sparato a due mani, l'ipotesi che qualcuno avesse potuto simularne il suicidio sarebbe stata quasi esclusa a priori; ed infatti è quasi impossibile sorreggere etrambe le mani di una persona svenuta strette sull'impugnatura di una pistola, e poi fargli premere il grilleto.
E' possibile farlo agevolmente, infatti, solo usando "una" mano della vittima, non tutte e "due"!-
- Questo, però, non dimostra affatto che sia andata così. - replicò Betti - Perchè, sebbene la cosa sia un po' strana data l'esperienza oplofila del morto, non si può affatto escludere che per suicidarsi abbia preferito usare una mano sola.-
- E' vero- convenne Aliperti - Però c'è un'altra cosa strana: la poltroncina dove era seduto Grandi è stata trovata a circa un metro dalla scrivania.
Perchè non era regolarmente seduto con le gambe sotto?-
- E che significa?-
- Probabilmente niente; ma se uno si spara in bocca, soprattutto usando un solo braccio, di solito lo fa appoggiando il gomito sulla scrivania...almeno se ci sta seduto davanti.
Non ti pare?-
- Forse ha fatto proprio così...ma poi il colpo lo ha fatto arretrare con tutta la sedia!- eccepì Betti.
- Questo non è possibile, sia perchè quel colpo lo ha trapassato come se fosse burro, e, quindi, non poteva avere l'impatto necessario per spostare nè il suo corpo nè quello della seggiola, sia perchè la sedia non aveva rotelle, per cui, semmai, si sarebbe rovesciata all'indietro con lui sopra.-
- Questo è vero.- ammise Betti - Ma che significa?-
- Significa che, se si è sparato da solo, non si capisce perchè, prima di farlo, deve aver arretrato dalla scrivania; per quale motivo dovrebbe averlo fatto?
Mentre invece, se qualcuno lo aveva precedentemente stordito, per potergli reggere la mano e a fargli sparare in bocca, deve essersigli messo davanti, appoggiando le proprie terga al ripiano; e, per fare questo, deve averlo allontanato un po' dalla scrivania, con tutta la sedia, per avere spazio di manovra!-
- Va bene, capo- sbuffò Betti - Ma navighiamo sempre nel mare delle congetture.
- Hai ragione!- sospirò Aliperti, iniziando a passeggiare aventi e indietro.
- E poi...- proseguì Betti -...tutte queste tue ipotesi circa l'eventualità di un omicidio, secondo me, sono pure masturbazioni mentali; perchè, in questo caso, è OVVIO che si è trattato di un semplice suicidio.
E, questo, per due precisi ed inconfutabili dati di fatto.
Primo, da quando si è udito lo sparo a quando siamo arrivati noi, Grandi è sempre rimasto SOLO in una stanza chiusa a chiave dall'interno.
Secondo, "tutti" quelli che hanno udito lo sparo, concordano sul fatto che era mezzanotte in punto:
B- MARCO LUCIDI (SUA GUARDIA DEL CORPO)
C- SILVIA LANDI (SUA INFERMIERA)
D) CARLO DORA (SUO GIARDINIERE)
E) ALFONSO FREDDI (SUO AMMINISTRATORE)
F) LIDIA SARTI (SUA AMANTE E AMICA DI MARTA GRANDI SUA MOGLIE)
G) LUCIO CARTA (SUO AMICO E AMANTE DI MARTA GRANDI SUA MOGLIE)
H) MARTA GRANDI (SUA MOGLIE)
Peraltro, tutti quanti, in pochi minuti, erano davanti alla porta; per cui è praticamente IMPOSSIBILE che uno di loro, o chiunque altro, abbia potuto uccidere Grandi, e poi uscire dalla stanza mescolandosi agli altri.
Non ci sarebbe riuscito neanche a porta e finestra spalancate; figuriamoci a a porta e finestra chiuse dall'interno.
Roba che manco Houdinì!
Senza contare che il giardiniere si è affacciato alla finentra IMMEDIATAMENTE dopo lo sparo, e, dentro, non ha visto nessuno...a parte il morto!-
- A meno che l'assassino non si sia nascosto dentro l'armadio o sotto la scrivania; ovvero che il giardiniere sia proprio lui l'assassino o un complice dell'assassino!- obiettò Aliperti.
- Ammesso pure che l'assassino si fosse nascosto dentro l'armadio o sotto la scrivania, la porta era chiusa e presidiata dall'esterno, per cui non sarebbe potuto fuggire; e quindi, quando noi siamo entrati, lo avremmo trovato dentro.
E comunque il giardiniere non può essere lui l'assassino, perchè la finestra era chiusa ed allarmata dall'interno; senza considerare che aveva la scarpe sporche di fango, per cui avrebbe inzaccherato tutto.-
- Però potrebbe essere un complice dell'assassino!- insistette Aliperti.
- E chi mai potrebbe essere l'assassino?- chiese Betti.
- Mah, per esempio, in via di mera ipotesi congetturale, la sua guardia del corpo, che l'infermiera, subito dopo lo sparo ha trovato già fuori della porta dello studio; e, per giunta, completamente vestito.-
- Hmm...- mugugnò Betti -...però la porta dello studio risultava chiusa dall'interno, con la chiave infilata da dentro nella toppa; come noi l'abbiamo trovata, e addirittura fotografata, non appena arrivati.
Inoltre i nostri tecnici, dopo prove di tutti i tipi, hanno escluso categoricamente che possa esistere un qualsiasi metodo con cui chiudere a chiave dall'interno quella porta, restando all'esterno; ed anche se un tale metodo esistesse, di sicuro MARCO LUCIDI (SUA GUARDIA DEL CORPO), non avrebbe mai fatto umanamente in tempo, anche perchè è arrivata subito l'infermiera, il giardiniere e poi tutti gli altri!-
- Non hai tutti i torti...- ammise Aliperti -...a meno che non fossero tutti complici...il che non sarebbe sportivo nei nostri confronti!- e ridacchiò.
- Peraltro MARCO LUCIDI, come tutti gli altri, è stato immediatamente perquisito da noi, e, indosso, non aveva nulla di sospetto; per esempio dei guanti!
E la sua pistola era carica e non usata.- 
Aliperti si strinse nelle spalle.
-Inoltre, l'orario della cessazione delle funzioni vitali rilevato dal cellulare dell'infermiera, a distanza di qualche secondo le une dalle altre, corrisponde esattamente a quanto hanno udito tutti.
Sebbene, in teoria, non ci sarebbe voluto molto a spostare in avanti e indietro l'orario del dispositivo, per quale motivo mai l'infermiera avrebbe dovuto farlo, visto che tutti hanno udito lo sparo proprio nel  momento in cui i suoi effetti venivano rilevati dal detto dispositivo?
Tutto torna e coincide alla perfezione, circa l'orario della morte; che, comunque, con un margine di 15 minuti prima e dopo, corrisponde anche alla perizia medica.-
- Anzi, da 10 minuti prima, quando Grandi aveva inviato l'SMS.-
- Già!-

Eutidemo

MOVENTI
Aliperti si sedette, e, abbassando il tono della voce, disse:
- Tu hai perfettamente ragione, ma non sai una cosa.-
- Cosa?- domando incuriosito Betti.
- Che la Mafia aveva "aperto un contratto" per far fuori Grandi, in quanto pare che si fosse appropriato di parte dei soldi che doveva riciclare con la sua Banca; e il commissionario sembrerebbe che sia proprio "la Mangusta"!-
- Cosa!!!- esclamò esterrefatto Betti - Il più letale ed astuto killer attualmente in circolazione sulla Piazza?-
- Così pare!
Ne conosciamo soltanto il nome, ma non abbiamo nemmeno idea di chi possa essere costui.-
- Sempre ammesso che esista sul serio!- scosse la testa Betti - E sempre considerando che, dalle prime indagini che stiamo avviando, ci sarebbero anche altri che teoricamente avrebbero avuto interesse ad ucciderlo.-
- Certo!- convenne Aliperti sfogliando il dossier - A cominciare da ALFONSO FREDDI (SUO AMMINISTRATORE), il quale, il mese scorso, lo minacciò apertamente di morte, perchè stava per licenziarlo.-
- Sì. Infatti pare che passasse informazioni a  Gino Volta, banchiere concorrente di Bruno Grandi che abita nella villa qui di fronte, ed a cui il morto inviò il suo ultimo SMS alle 23,50.-
- Già...- borbottò pensoso Aliperti -...ed in direzione della cui villa era orientato il telescopio di Grandi; che però era chiuso e tappato, ierisera. Per cui probabilmente non lo stava spiando, prima di suicidarsi.-
- Inoltre...- proseguì Betti -...LUCIO CARTA (SUO AMICO),  era l'amante di MARTA GRANDI (SUA MOGLIE), per cui teoricamente anche loro avrebbero potuto avere interesse ad ucciderlo.-
- Se in tutti i casi di corna si ricorresse all'omicidio, in breve la terra si spopolerebbe!- commentò sarcastico Aliperti.
- E' vero!- assentì Betti - Comunque, pare, almeno per ora, che MARCO LUCIDI (SUA GUARDIA DEL CORPO), SILVIA LANDI (SUA INFERMIERA) e CARLO DORA (SUO GIARDINIERE) non avessero alcun movente, neanche teorico, per eliminare il loro datore di lavoro.-
- Però è un po' strano che MARCO LUCIDI (SUA GUARDIA DEL CORPO) sia accorso immediatamente, e tutto vestito, davanti alla porta dello studio di Bruno Grandi; ed infatti si era ritirato a dormire già dalle 22,30.-
- Dice che non riusciva a prendere sonno.- osservò Betti leggendo il rapporto -E che, comunque, per essere sempre pronto ad intervenire, non si spogliava mai completamente prima di andare a dormire.-
- Mah!- fece Aliperti - Ed è pure strano che il giardiniere, che abita in una vicina fattoria, si trovasse nel giardino della villa in piena notte, proprio a due passi dalla finestra della vittima.-
- Già.- osservò Betti leggendo il rapporto - Ma pare che avesse una tresca con l'infermiera, con la quale aveva appuntamento proprio a mezzanotte; lei gli avrebbe dovuto aprire la porta in fondo al corridoio, perchè lui non ha la chiave.-
- Che cosa romantica!- ridacchiò Aliperti.
- Però, a mezzanotte, lei era impegnata al bagno, per cui il giardiniere si stava congelando le chiappe al gelo di febbraio.-
Entrambi risero!
Poi Aliperti proclamò:
-  Ad ogni modo,  viste tutte le circostanze, voglio essere sicuro al cento per cento che si tratti veramente di un suicidio.
E so anche come fare!-
-Davvero?- chiese incuriosito l'Ispettore.
- Sì'...e ci vorranno solo pochi minuti.
Col mio sistema, sempre che davvero ci sia un assassino, non riusciremo di certo a capire come diamine abbia fatto ad uccidere Grandi in una camera chiusa dall'interno.
Questo ancora no!
Però, con il mio esperimento probatorio, potremo sapere con quasi assoluta certezza:
- se si tratta di suicidio o omicidio;
- e,nel secondo caso "chi" è l'omicida.
Al resto penseremo dopo!
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CHE COSA HA IN MENTE DI FARE ALIPERTI? ;)
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Eutidemo

Ricordate che, per adesso, ancora non ci sono elementi sufficienti per indovinare. :)
E' per questo che il commissario Aliperti vuole fare un esperimento probatorio molto particolare. :)
Per ora, limitatevi a indovinare quello che vuole fare ;)

Eutidemo

PARTE SECONDA
IL PRIMO ESPERIMENTO PROBATORIO
Aliperti decise di effettuare la seguente ricostruzione dell'accaduto.
Dopo aver fatto disporre tutti quanti dove si trovavano all'ora dell'omicidio, cioè alle ore 24,00 del giorno precedente, fece sparare alle ore 12,00 da un agente un colpo con la stessa pistola di Grandi, nell'esatto punto in cui era stato ritrovato cadavere.
Dopodichè, separatamente, pose ad ognuno di loro la seguente precisa domanda:
- Il rumore dello sparo vi è sembrato più forte adesso, o la notte scorsa?-
Queste furono le risposte:
B- MARCO LUCIDI (SUA GUARDIA DEL CORPO)
- Oggi il rumore mi è sembrato alquanto più debole di ieri, ma sempre proveniente dalla direzione dello studio di Bruno Grandi.-
C- SILVIA LANDI (SUA INFERMIERA)
- Oggi il rumore mi è sembrato identico a ieri, e proveniente dalla direzione dello studio di Bruno Grandi.-
D) CARLO DORA (SUO GIARDINIERE)
- Oggi il rumore mi è sembrato molto più forte di ieri, eppure ero alla stessa distanza dalla finestra da cui l'ho udito pervenire, sia ieri che oggi.-
E) ALFONSO FREDDI (SUO AMMINISTRATORE)
- Oggi non ho udito il benchè minimo rumore di spari-
F) LIDIA SARTI (SUA AMANTE E AMICA DI MARTA GRANDI SUA MOGLIE)
- Oggi non ho udito il benchè minimo rumore di spari-
G) LUCIO CARTA (SUO AMICO E AMANTE DI MARTA GRANDI SUA MOGLIE)
- Oggi non ho udito il benchè minimo rumore di spari-
H) MARTA GRANDI (SUA MOGLIE
- Oggi il rumore mi è sembrato di intensità molto simile a quello di ieri, forse solo appena un pochino più forte; ma mi è sembrato provenire da una direzione leggermente differente.- -Quale?- -Boh...forse dal giardino subito davanti alla finestra dello studio di mio marito....ma non saprei.-
Ragionando sul significato di tali risposte, adesso Aliperti sa con quasi assoluta certezza che è stato commesso un omicidio, e sa anche chi è stato.
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PERCHE'?
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Eutidemo

PARTE TERZA
I RISULTATI DEL PRIMO ESPERIMENTO PROBATORIO
-Benissimo Giulio!- esclamò soddisfatto Aliperti fregandosi la mani. - Ora sappiamo che c'è stato un omicidio, ed anche, con "quasi" certezza, chi lo ha commesso.
Guarda questa doppia piantina.-

-Ebbene, come puoi vedere, nella pianta a sinistra le frecce verdi indicano il tragitto che il rumore della deflagrazione ha fatto ieri, e, nella pianta a destra le frecce rosse indicano il tragitto che il rumore ha fatto oggi: ovviamente, più lunga è la freccia e più tenue è il rumore, mentre più corta è la freccia, e più forte è il rumore, a seconda della direzione..-
- Non sono ben sicuro di Capire- fece Betti grattandosi la testa.-
- Per esempio, confronta la dichiarazione di
B- MARCO LUCIDI (SUA GUARDIA DEL CORPO)
- Oggi il rumore mi è sembrato alquanto più debole di ieri, ma sempre proveniente dalla direzione dello studio di Bruno Grandi.-
D) CARLO DORA (SUO GIARDINIERE)
- Oggi il rumore mi è sembrato molto più forte di ieri, eppure ero alla stessa distanza dalla finestra da cui l'ho udito pervenire, sia ieri che oggi.-
Ora ragioniamo:
B- MARCO LUCIDI  era esattamente ad OVEST (14) della stanza dove è morto GRANDI (16), mentre D) CARLO DORA  LUCIDI  era esattamente ad EST (5) della stanza dove è morto GRANDI (16); per cui, se il rumore di ieri (rispetto a quello di oggi nella stanza 16), è sembrato più forte al primo e meno forte al secondo, vuol dire che, in realtà,il rumore di ieri NON ERA NELLA STANZA 16, ma PIU' AD OVEST.-
- Giusto!- esclamò Betti dandosi una manata sulla fronte - Quindi nel bagno (15) dove si trovava l'infermiera.-
- Esatto!
Ma abbiamo una ulteriore conferma: mentre ieri gli ospiti (E F G) che erano nel salone (11) hanno sentito il rumore, oggi, che abbiamo simulato lo sparo nello studio di Grandi (16), non hanno udito assolutamente niente.
E "pour cause"!
Ed infatti, tra il salone (11) e lo studio di Grandi (16) c'è di mezzo il poligono insonorizzato (12), per cui OGGI non potevano  sentire niente; se, invece, IERI, il rumore fosse provenuto dal bagno (15) dove si trovava l'infermiera, avrebbero benissimo potuto sentirlo.
Come, di fatto, è accaduto!-
- E la dichiarazione della moglie?- chiese a questo punto Betti.
- Se guardi la pianta, capisci benissimo perchè, a lei, il rumore di oggi deve essere sembrato molto simile a ieri perchè il bagno e lo studio sono quasi equidistanti dalla sua camera da letto, sebbene lo studio sia più spostato più ad est; per cui la moglie, dando per scontato che lo sparo di ieri fosse provenuto dallo studio del marito, ha ipotizzato che quello di oggi fosse provenuto spostato un po' più ad est, e, cioè, dall'adiacente giardino.
E' comprensibile!-
-Hmmm...- borbottò Betti -...però si tratta solo di testimonianze soggettive, e, per giunta, basate sul confronto tra mere percezioni acustiche!-
- Hai ragione...- replicò Aliperti - ...però devi tenere conto di una cosa importante: COINCIDONO TUTTE (meno una)!!!
Intendo dire che potrebbero essersi singolarmente sbagliati , nel valutare la diversa intensità del suono tra ieri ed oggi... ma non in modo così CONCORDANTE  tra di loro.-
- A parte l'infermiera, però...- osservò Betti -... che dice di aver sentito lo stesso identico rumore di ieri-
- Già, il che direi  che è molto poco plausibile, in quanto è in contrasto con le dichiarazioni di tutti gli altri!
A meno che tutti mentano, e lei sola dica la verità!-
- Be', magari èimprobabile, ma addirittura impossibile non direi proprio.- lo corresse Betti.
- In pratica sì!- insistette Aliperti - Altrimenti spiegami come è possibile che i tre che erano nel salone, oggi NON ABBIANO  SENTITO NIENTE!
Questo sì che è davvero impossibile: cioè, che ieri abbiano udito il rumore ed oggi no, se veramente, sia ieri che oggi, il rumore fosse provenuto dallo studio di Grandi.
Non ti pare?
Non hanno sentito niente perchè, dal salone (11), visto che c'è di mezzo il poligono insonorizzato (12), uno colpo di pistola esploso nello studio di Grandi (16), non si può sentire; anche considerando che erano in fondo al salone.
Si poteva sentire benissimo il rumore, se esso, invece, fosse provenuto dal bagno (15) dove si trovava SILVIA LANDI (SUA INFERMIERA): basta vedere la piantina per rendersene conto.-
-Hmm..-borbottò Betti -Allora, secondo te, lei è lei l'assassina: prima lo ha ucciso nello studio, e poi ha simulato uno sparo nel bagno.
Però i tempi non tornano, senza contare il problema della stanza chiusa dall'interno e una miriade di altre cose!-
- Hai ragione, Giulio: ci sono più cose che non quadrano assolutamente con tale tesi; però almeno una cosa sembra quadrare-
- Cosa?- chiese Betti.
- Se la colpevole è davvero SILVIA LANDI, non aveva sicuramente come complici nè MARCO LUCIDI ( GUARDIA DEL CORPO), nè  CARLO DORA (GIARDINIERE), perchè altrimenti sarebbero stati preventivamente d'accordo nel dire che il rumore era identico a ieri, come ha detto lei; ed invece, entrambi l'hanno contraddetta, dicendo che l'intensità del rumore era differente.-
- E' vero!- concordò Betti - Ed in effetti, la sua è in contrasto anche con le dichiarazioni degli altri; per cui, se ha agito, ha agito da sola.-
- Già!- sbuffò Aliperti - Ma questo è un bel problema davvero, perchè, date le circostanze, non vedo come avrebbe potuto portare a compimento il suo crimine senza l'aiuto di almeno un complice!-
- Bell'aporia!- ridacchiò Betti - Se è stata lei, non poteva avere complici...ma non poteva neanche non averne!-
- A meno che non sia stato un altro -o altri- a compiere il crimine; però tutti gli altri sono concordi circa le loro dichiarazioni sul rumore...e solo la dichiarazione di SILVIA LANDI è discorde.
E' davvero un bell'imbroglio; per cui faremo un altro piccolo esperimento!-
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QUALE ALTRO ESPERIMENTO VUOLE FARE IL COMMISSARIO?
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Eutidemo

PARTE QUARTA
IL SECONDO ESPERIMENTO PROBATORIO

SILVIA LANDI venne condotta da due agenti davanti alla porta dello Studio.
Aliperti aprì una scatola in cui c'erano due chiavi: una contrassegnata A (la chiave originale dello studio, che era sta ritrovata in terra dentro la stanza) e B (la copia della chiave, che l'infermiera aveva usato per aprire la serratura, e che immediatamente dopo era stata sequesatrata dalla polizia).

Il commissario consegnò ad un agente la chiave A, dicendogli di entrare nella stanza e di chiudersi dentro a chiave, lasciandola infilata "girata" nella toppa.
Quindi consegnò a SILVIA LANDI  la chiave B, dicendole di far cadere la chiave infilata all'interno, e poi di aprire, come aveva fatto il giorno prima.
Ma questa volta, anche dopo vari tentativi, l'infermiera non ci riuscì in alcun modo.
- Hmmm...- si scusò -...probabilente ieri la chiave era dritta e non girata dentro la serratura, per cui era più facile spingerla da fuori per poi espellerla all'interno; mentre adesso il vostro agente l'ha lasciata girata nella toppa, per cui è più complicato farla cadere...ammesso che la cosa sia possibile.-
-Ha ragione!- sorrise il Commissario - Ma il fatto è che la chiave A era girata nella toppa anche ieri, eppure lei è riuscita a spingerla da fuori per poi espellerla all'interno dopo solo qualche tentativo!-
- E come fa a sapere che anche ieri la chiave A era girata nella toppa ?- chiese l'infermiera.
Intervenne Betti: - Perchè prima di lasciarla aprire noi abbiamo fotografato il buco della serratura.
Guardi bene!-

- Hmmm...- ammise l'infermiera guardando la fotografia -...è vero, anche ieri la chiave A era girata nella toppa, perchè si vede solo il fondello che si affaccia nel buco, e, quindi, i denti erano ruotati dentro; eppure io sono riuscita lo stesso ad entrare.
E' molto strano...mi faccia guardare meglio sia la foto che la chiave.-
La accontentarono.
Allora lei prese la chiave A sfilandola dalla serratura, e la confrontò attentamente con la foto...poi scoppiò a ridere:
- Ma cos'è, uno scherzo?-
- Quale scherzo?- sbottarono entrambi i poliziotti.
Guardate anche voi i piccoli dettagli e le abrasioni del fondello della chiave nella foto, e quelli del fondello della chiave che ha usato adesso il vostro agente: si vede chiaramente che sono due chiavi DIVERSE.-
Quella che io ieri ho spinto dentro a terra, <<NON E'>> questa qua...è evidente!-
Aliperti e Betti osservarono con attenzione, per mezzo di una lente di ingrandimento, tutti i piccoli dettagli della punta delle due chiavi, e dovettero ammettere che, in effetti...erano completamente diverse.
Non era la stessa chiave!
-Eppure sono sicuro che questa chiave A è proprio quella che abbiamo raccolto da terra appena entrati nello studio...e non ce n'erano altre!- sbottò esasperato Betti - Nessuno può averla sostituita, nè prima nè dopo averla repertata...ne sono certo!-
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COME E' POSSIBILE?
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Eutidemo

PARTE QUINTA
I RISULTATI DEL SECONDO ESPERIMENTO PROBATORIO
- Tutto questo è assurdo!- esclamò Aliperti, quando si trovarono nuovamente da soli a cercare di risolvere il mistero della chiave.
- Hai ragione!- convenne Betti - Le chiavi non sono state sostituite, di questo sono sicuro.-
- Evidentemente ti sbagli, sono inequivocabilmente diverse, come il "disegno dell'usura" sul fondello ci dimostra!- sospirò Aliperti guardando nuovamente la foto di confronto periziale effettuata dalla scientifica.

- "No match found"...nessuna corrispondenza trovata!- ammise Betti.
- Comunque, mentre sulla chiave A, che, fino a prova contraria, è quella originale dello studio, non c'è stampigliato nessun numero, sulla copia B che ha usato la Landi davanti a noi, è segnato un piccolo n.3; per cui ho sospettato che ci fosse una copia n.2, essendo scontato che la chiave numero n.1, non numerata, era quella originale.
Quindi ho chiesto informazioni in proposito al maggiordomo.-
- E...?- fece incuriosito Betti.
- ...e la copia numerata 2 è sparita.-
- Da quanto tempo?-
- Il maggiordomo non lo sa, perchè non è mica che stia sempre a controllare la cassetta delle chiavi; potrebbero essere giorni o settimane.
Comunque la seconda copia, la n.2, è sparita!-
- E'veramente una cosa strana, però potrebbe essere un indizio a carico di B- MARCO LUCIDI (SUA GUARDIA DEL CORPO) di D) CARLO DORA (SUO GIARDINIERE), per far ricadere la colpa su C- SILVIA LANDI (SUA INFERMIERA).- osservò Betti.
- E perchè mai?- chiese Aliperti.
- Be', per due motivi!- fece di rimando Betti contando sulla punta delle dita-
- Primo, accordandosi su una falsa testimonianza che ci inducesse a credere che la deflagrazione era provenuta dal bagno (15), dove si trovava la Landi.
Secondo, rendendola sospetta a causa dell'esperimento della chiave, che era stata sostituita da prima.-
- Hmm...- mugugnò dubbioso Aliperti.
- E dove sarebbe avvenuta la deflagrazione, allora?-
- Mah..., per esempio potrebbero aver ucciso Grandi poco prima di mezzanotte, poi averlo lasciato chiuso dentro lo studio; e, infine, a mezzanotte in punto, potrebbero aver sparato un colpo a salve subito fuori della porta dello studio.-
-Non regge!- obiettò subito Aliperti.
- Ed infatti, come avrebbero fatto ad ucciderlo senza rumore prima di mezzanotte?
E poi, come avrebbero fatto a lasciarlo chiuso dentro lo studio, con la chiave infilata e girata nella toppa dall'interno?
Inoltre, se il giardiniere fosse entrato prima, l'infermiera avrebbe visto che il pavimento era già inzaccherato di fango precedentemente alla sua seconda finta entrata.
Infine, se avessero sparato un colpo a salve subito fuori della porta dello studio, essendoci il poligono di mezzo, gli ospiti nel salone (11) non avrebbero udito il rumore...come il nostro esperimento ha appena dimostrato.-
-Ti rispondo subito!- replico Betti.
- Avrebbero potuto ucciderlo senza rumore prima di mezzanotte per mezzo di un silenziatore.
Come diamine abbiano fatto a lasciare Grandi chiuso dentro lo studio, con la chiave infilata e girata nella toppa dall'interno, questo ancora non te lo so dire.
Anche se il giardiniere fosse entrato prima, non è detto che l'infermiera, nella concitazione del momento, si sarebbe necessariamente accorta che il pavimento era già inzaccherato di fango; e poi, il giardiniere potrebbe aver retto il gioco a Lucidi senza dover necessariamente entrare e partecipare direttamente all'omicidio.
Quanto al fatto che , se avessero sparato un colpo a salve subito fuori della porta dello studio, essendoci il poligono di mezzo, gli ospiti nel salone (11) non avrebbero udito il rumore, su questo hai ragione; allora lo sparo a salve deve essere avvenuto subito fuori la porta del bagno oppure all'incrocio dei corridoi (2X2).-
- Non ci siamo!- Aliperti scosse la testa.
- E' vero che avrebbero potuto ucciderlo senza rumore prima di mezzanotte per mezzo di un silenziatore; ma è un attrezzo alquanto ingombrante, e, anche se è vero che non abbiamo specificamente cercato proprio un silenziatore, non abbiamo trovato nulla del genere nè addosso a loro nè altrove.
Eppure abbiamo perquisito non solo lo studio dove è avvenuto il crimine, ma tutta la villa...palmo a palmo!
Poi resta sempre il mistero della camera chiusa, con la chiave infilata e girata nella toppa dall'interno; come tu stesso ammetti.
Inoltre, se lo sparo a salve fosse avvenuto subito fuori la porta del bagno oppure all'incrocio dei corridoi (2X2), l'infermiera non avrebbe detto di aver udito provenire il rumore dal lato dello dello studio; la cosa non quadra, partendo dalla tua ipotesi che lei sia innocente, e che, quindi, la sua testimonianza dovrebbe essere veritiera!
Inoltre, a parte quella del morto, nessuna altra pistola ha sparato in quella casa, l'altra notte, nemmeno quella della guardia del corpo o quelle del poligono; le abbiamo verificate tutte.
A meno che ci fosse un'altra pistola che ha sparato, e poi è sparita!
Ma dove?
Come ho detto, abbiamo perquisito non solo lo studio dove è avvenuto il crimine, ma tutta la villa...palmo a palmo!
Infine il rilevatore a distanza dell'infermiera attesta che Grandi è morto proprio a mezzanotte, quando tutti hanno udito lo sparo, e non prima!-
Betti allargò le braccia: - E allora non so proprio cosa pensare: e se fosse stato il maggiordomo, come in tutti i gialli che si rispettino?
In fondo era lui che aveva in consegna la chiave misteriosa, la famosa seconda copia (n.2), che, era nella toppa della porta la notte dell'omicidio e che poi -pare- è sparita, no?-
- Hmm...- borbottò Aliperti - Oppure, forse, dovremmo tornare all'ipotesi del suicidio...anche se non capisco perchè Grandi abbia voluto farci diventare matti!
Oppure dovremmo riflettere meglio su quello che non c'è, pur essendoci; ma che, essendoci, effettivamente non c'è affatto!!!-
- E questo che significa, non capisco?- domandò perplesso Betti.
- Forse io sì!- disse Aliperti battendo un pugno sul tavolo.
- Però, per sapere se quello che sospetto è vero, dobbiamo fare qualche altro piccolo controllo.- e sorrise!
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COSA INTENDE ANCORA CONTROLLARE ALIPERTI?
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Eutidemo

PARTE SESTA
IL TERZO ESPERIMENTO PROBATORIO
Viene fatta controllare la fossa chimica dove confluiscono le deiezioni dei bagni, poichè, essendo la villa fuori mano, non è raggiunta dalla rete fognante.
Viene fatto smontare e perquisire l'interno del telescopio.
Si scoprono degli oggetti che individuano in modo inequivocabile l'omicida, ed anche il modo con cui ha compiuto il delitto.
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COSA VIENE RITROVATO?
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PARTE SETTIMA
I RISULTATI DEL TERZO ESPERIMENTO PROBATORIO
Aliperti fece sedere Silvia Landi dall'altro lato del tavolo della sala interrogatori.
- Lei è in arresto per l'omicidio di Bruno Grandi, e, quindi, come già le ho detto al momento del fermo, lei ha il diritto di rimanere in silenzio. Tutto quello che dirà potrà essere usato, e sarà usato, contro di lei in tribunale. Ha il diritto a un avvocato; se non se ne può permettere uno, gliene sarà assegnato uno d'ufficio. Ha capito i diritti che le ho appena letto? Tenendo presente questi diritti, vuole parlare adesso con me?-
La donna rimase in silenzio.
- Forse qui ho qualcosa che le farà cambiare idea- e, così dicendo, Aliperti posò sul tavolo alcuni oggetti.
- Li riconosce?-
La donna sorrise.
Sul tavolo c'erano:
a) Un silenziatore, senza sopra impronte digitali, rinvenuto nascosto dentro il telescopio.
b) Una pallottola integra, estratta manualmente dal bossolo, con sopra le impronte digitali di Silvia Landi.
c) Un bossolo vuoto, senza più pallottola e senza il timbro del percussore di un'arma, ma con traccia di polvere esplosa, con sopra le impronte digitali di Silvia Landi.
d) Una piccola pasticca metallica, con sopra le impronte digitali di Silvia Landi.
g) Dei guanti di plastica.
-Adesso vuole parlare con me?- le chiese di nuovo Aliperti.
- Avec plaisir!- assentì Silvia Landi sorridendo- Tanto, ormai,  un avvocatonon mi servirebbe più a niente!-
- Va bene- fece Aliperti accendendo un videoregistratore - Allora, vuol essere così gentile da raccontare lei quello che è successo, così mi risparmia la fatica?-
- Con piacere!- ripetè, questa volta in italiano, Silvia Landi.
- Grazie signora Landi!-
- La "Mangouste", s'il vous plaît! - Silvia Landi è morta e sepolta...per così dire; io sono quella che voi chiamate la "Mangusta"...mi sono limitata a prendere il suo posto, qualche settimana fa.
Ed infatti, quando, ai primi di Gennaio, la precedente infermiera ha avuto un incidente, la clinica ha mandato in sostituzione Silvia Landi (i cui ineccepibili precedenti avete controllato); ma io ho preso il suo posto... per così dire, "in itinere"!
Ed infatti, qui alla villa, nessuno la conosceva di persona.-
Aliperti e Betti rabbrividirono.
E la Mangusta cominciò a raccontare.
"Per prima cosa, qualche giorno fa, sottrassi la seconda copia della chiave dello studio dalla cassetta del maggiordomo; giusto per scrupolo, perchè, in effetti, essendo tutte simili, sarebbe andata bene qualsiasi altra chiave della villa.
Comunque, una volta in mio possesso, ne segai via la sottile parte terminale: Quella lì...- e indicò la piccola piastrina tonda posata sul tavolo.
- Usai una "minisega elettrica", ma, ovviamente, non qui, sebbene in una mia base in città.-

- La sera del primo febbraio, avevo in tasca quella piastrina, cioè il fondello segato della copia n.2 della chiave, ed un silenziatore adatto per la Glock di Bruno Grandi; più qualche altro piccolo oggetto di cui vi dirò dopo.
Alle ore 23,00, Bruno Grandi ed io uscimmo dal salone (11) dicendo che ci ritiravamo il primo nella sua stanza studio ed io nella mia camera da letto, anche se prima gli avrei praticato il solito massaggio cervicale serale; però, una volta nel corridoio, lo convinsi a farmi vedere un po' la sua vantata abilità nel tiro della pistola, per cui entrammo nel poligono (12) e lì restammo per circa una mezz'ora.-
-Ma che bisogno c'era?- chiese Betti -La sua mano si sarebbe comunque sporcata di polvere quando, successivamente, lei l'avrebbe usata per fargli sparare in bocca, no?-
La Mangusta sorrise.
- Sorreggendo a due mani quella di Grandi, per dirigergliela in bocca e fargli azionare il grilletto, l'avrei in buona parte coperta e protetta dalla ricaduta della polvere infume.- spiegò. -Per cui ho preferito che se la sporcasse prima ben bene da solo, nel Poligono.-
- Però il polsino della vestaglia si è sporcato lo stesso di polvere.- osservò Betti.
- Certo, però io avvolgevo la sua mano con le mie (ovviamente inguantate), mica il polsino della vestaglia; sarebbe stato ben strano se quest'ultimo fosse stato trovato coperto di polvere più della mano.-
- Peccato, però, che, avendo anche l'altra mano sporca di polvere da sparo, oltre ad entrambe le maniche della giacca, noi abbiamo capito lo stesso che Grandi, prima di suicidarsi, aveva sparato nel poligono!-
- Non potevo farci niente- sospirò la donna.
- Ma ho pensato che, al massimo, avreste supposto che Grandi prima avesse sparato tutto vestito e a due mani nel poligono; dopodichè, ritiratosi nel suo studio e cambiatosi d'abito...si fosse suicidato usando solo la mano destra; questo avrebbe spiegato perchè entrambi i polsini della giacca erano sporchi di polvere, mentre lo era solo quello destro della vestaglia.-
- Infatti!- mugugno Aliperti guardando Betti in tralice.
- Comunque, per tornare al mio racconto, verso le 23,30 lo accompagnai nel suo studio con la scusa di misurargli la pressione e fargli un massaggio al collo, visto che soffriva di cervicale; cosa che feci, ma, dopo circa un quarto d'ora, lo colpii con un colpo alla nuca, e lui svenne.
Tanto, dopo poco, al posto della contusione, avrebbe avuto un bel buco; e quindi la vostra scientifica non avrebbe più potuto rilevare nessuna ecchimosi in quel punto!
Infilati i guanti chirurgici, prima scrissi il messaggio e lo stampai, e poi inviai il messaggio a Gino Volta.-
- Per depistarci, ovviamente.- osservò sorridendo Aliperti.
- Bien sûr, à la guerre comme à la guerre!
Dopo di che, gli presi la pistola e avvitai il silenziatore sulla volata; quindi gli misi l'arma in mano e lo costrinsi, mentre era incosciente, a spararsi in bocca.-
- Non era più semplice alla tempia?- chiese Betti.
- Certamente, però avreste capito subito, ad occhio, dall'assenza di bruciatura superficiale, che era stato ucciso con un silenziatore, che è lungo quasi venti centimetri; invece, sparandogli in bocca, sarebbe stata necessaria una autopsia.
Ed io contavo sul fatto che non l'avreste fatta, perchè non ce n'era motivo: a che pro?-
- Infatti!- mugugnò Aliperti -Ma adesso la faremo senz'altro!-.
- Comunque, dopo averlo ucciso, ho nascosto il silenziatore nel telescopio (entrambi cilindrici), e sono uscita dopo aver lasciato in terra la chiave originale A vicino alla porta; per evitare che potesse essere vista al suolo, dalla finestra, ho appositamente spalancato, sulla parete a sinistra della porta, lo schedario da terra a soffitto (E), in modo tale che la sua anta destra coprisse la visuale dalla finestra.-
- Ma perchè spalancare pure le ante della libreria e dell'armadio?-
- Per confondervi le idee, ovviamente- ghignò la Mangusta - Una volta uscita, per prima cosa, ho chiuso a chiave con la mia copia n.3 e me la sono messa in tasca; dopodichè, con delle pinzette mediche, ho incastrato il piccolo fondello segato dalla chiave rubata n.2 nel buco della serratura, in modo tale che, guardando da fuori, sembrasse che una chiave era inserita dall'interno della stanza.-
- Che bastarda!- non potè fare a meno di esclamare Betti.
- Vous avez raison, monsieur l'Inspecteur; je suis vraiment une grande bâtarde ... Je suis la Mangouste! - rise la Mangusta.
- Ops, pardon...scusate il mio francese.
Non appena uscita, mi recai nel bagno (15).
Gettai i guanti di plastica, impregnati di polvere da sparo, nel water; quindi trassi di tasca una munizione cal.9, e sfilai la pallottola dal bossolo.-
- Come ha fatto, senza attrezzi?- domandò Betti.
- Avevo già provveduto il giorno prima, nella mia base esterna; la pallottola era semplicemente reinserita a mano, a mo' di tappo, per evitare che la polvere fuoriuscisse.
Una volta sfilata la pallottola dal bossolo, gettai anche essa nel water; dopodichè avvolsi il bossolo in un po' di carta igienica, e posatala delicatamente nel vano della tazza, gli detti fuoco.
Era mezzanotte esatta; e lo scoppio delle polveri, pressochè identico a quello di uno sparo, fu udito da quasi tutti nella villa.
Quindi, azionai lo sciacquone, e i guanti, la pallottola ed il bossolo esploso finirono tutti giù nello scarico.-
- Evidentemente non si era informata che sotto c'era solo una fossa chimica- sorrise Aliperti.
- Veramente mi ero informata- replicò piccata la donna - Ma Grandi deve aver probabilmente corrotto qualcuno al Catasto, perchè l'abitazione, lì, risulta regolarmente collegata alla rete fognante, e, quindi, condonabile.
Betti e Aliperti non poterono fare a meno di ridere.
- Comunque, anche se lo avessi saputo, probabilmente non avrei modificato i miei piani, perchè non pensavo proprio che sareste andati a cercare pure là!
Ad ogni modo, una volta azionato lo sciacquone, modificai di nuovo l'orario del mio smart-phone, per far sì che il momento del "default" delle sue condizioni vitali corrispondesse a quello del mio piccolo "feu d'artifice".-
- In effetti fu davvero un fuoco "artificiale", cioè frutto di un "artifizio" davvero subdolo...devo davvero ammetterlo.-
- Merci beaucoup, monsieur le Commissaire!- fece la Mangusta con un inchino appena accennato.
- E il giardiniere...- chiese Betti -...perchè lo aveva convocato proprio a mezzanotte, per un "tête-à-tête" amoroso, come dite voi Francesi?-
- Perchè volevo che ci fosse un testimone in giardino a poca distanza dalla finestra, il quale, affacciandovisi da fuori immediatamente dopo la mia simulazione dello sparo, vedendo il cadavere di Grandi, fosse indotto a pensare che si era appena sparato da solo...la direzione del rumore era quella!
Ed avrebbe visto che, a parte il morto, la stanza era vuota!-
- Davvero geniale!- ammise il commissario.
- Merci encore!
Il resto lo sapete: uscii in corridoio, e trovai che MARCO LUCIDI (SUA GUARDIA DEL CORPO), era già davanti alla porta dello studio.
- Però c'è una cosa che non capisco- disse Aliperti - Quando noi vi abbiamo detto di aprire, infilando la vostra chiave dentro, avreste dovuto espellere il tondino che era all'interno; e quindi avremmo dovuto trovarlo in terra, nella moquette, accanto alla chiave A.
Ed invece non c'era!
Abbiamo ritrovato pure quello nella fossa biologica.
Come è possibile?-
- Naturellement!
Non potevo mica rischiare che lo ritrovaste sul pavimento dello studio; per cui sono ricorsa ad un piccolo trucco da palcoscenico.
Avevo provveduto a magnetizzare sia il fondello segato della n.2 che la mia chiave n.3 ; per cui, una volta infilata la mia chiave nella toppa e mentre aprivo la serratura, il fondello segato si è attaccato al fondello della mia chiave...e quindi l'ho "estratto" all'esterno, e non "espulso" all'interno!-

- Parbleu!- esclamò pure lui in francese, il commissario.
- Dopodichè, senza farmi notare, prima che mi sequestraste la chiave, in un attimo lo asportai dalla chiave e lo ingoiai.
Forse adesso avrete capito come mai avete trovato anche quello nella fossa biologica! - e si mise a ridere.

                                                ;) FINE ;)