8888 (concluso)

Aperto da alois, 04 Settembre 2005, 09:44:51

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alois

Come i frequentatori di Edipeggio sanno, è mia abitudine "festeggiare" i messaggi con numeri multipli a colpi di verbis, rebus, imagos - tanti quanti la cifra che si ripete. Beh, questa volta ho complicato un po' le cose (anche perché - ove mai v'arrivassi - la prossima quadriripetizione di cifre sarebbe troppo attaccata ad un'altra tappa importante...) e soprattutto le ho "spaziate" nel tempo.
Bando alle ciance: propongovi 8rebus8, al ritmo di uno al giorno. La prima lettura di ogni rebus verrà data il giorno successivo alla pubblicazione, la soluzione il giorno dopo ancora. Questo fino all'11 settembre. Il 12 settembre - quando si chiude - sarà invece dedicato al brainstorming; il perché lo si vedrà a breve.

In ogni caso - e finché non lo dirò io :lol: - tutte le soluzioni vanno inviate in PVT. Qui sotto metto i link alle varie parti (basta cliccare su "Parte x") e l'esposto (con prima lettura e soluzione quando disponibili) per chi - pigro! - non abbia voglia di leggersi tutto lo sproloquio.

Parte 1
[...] Entrati che fummo nel salotto del Ricci, apparve ai nostri occhi la scena che qui descriviamo. Il cadavere - in pieno rigor mortis - risultava inquadrato in una specie di cornice di nastro adesivo rosso, sormontata da un foglio di carta con - a stampa - i numeri 5 1 10 2 8 / +0. Il Ricci, che volgeva verso di noi il profilo sinistro, aveva il braccio sinistro allungato e nella mano un libro (risulterà poi essere uno dei tanti della sua bibilioteca) foderato con una copertina nera recante sovrimpressa in rosso la lettera G. Il libro poggia su una specie di mensola, circondata da una cornice lignea perpendicolare alla scena; su tale cornice si legge la scritta: Restituzione prestiti. Nella mano destra, più vicina al corpo della sinistra, il Ricci tiene - o meglio, del nastro adesivo tiene fermi - due bouquet di fiori di carta rossa. Sul corpo del Ricci - che veste una camicia arrossata sul davanti dal sangue colato dalla ferita mortale - è applicata con la colla una rossa lettera S. Dietro alla schiena del Ricci, sempre all'interno della cornice d'adesivo, è fissato un calendario: su di esso la scritta - in rosso - Edito da Quirino Ricci. Per terra, davanti al quadro, l'orologio rotto del Ricci segna le 22:40 del 31. [...]
Prima lettura: 1 4: 1 1, 3 1 5 [2 8] = 5 1 10 2 8
Soluzione: G ridà: è S, chi à mazzi [dì pubblicò] = Grida e schiamazzi di pubblico

Parte 2
[...] Nel mezzo del salotto del Nocetti, dove era stato fatto largo spostando la mobilia, all'interno di una cornice in nastro adesivo arancione sormontata dalla scritta 6, 5 2 6 / +0, trovasi un razzo. Inclinato sulla destra di circa quindici gradi, il razzo sembra in movimento, come del resto si deduce dalle fiamme in carta arancio che fuoriescono dalla coda. Il corpo del missile è chiaramente suddiviso in tre pezzi distinti e reca visibile un'enorme C di color arancione. In basso, su un cartoncino, una scritta - sempre di color arancione - avverte: È il fatto che sia diviso in segmenti che permette il movimento! All'interno del razzo, che lo circondava interamente dalla testa ai piedi, è stato rinvenuto il corpo del Nocetti, ucciso da un colpo di pistola al cuore. [...]
Prima lettura: 6, 1 1 5, 6 = 6, 5 2 6
Soluzione: frutta, C a stadi, cinesi = Frutta, casta di cinesi

Parte 3
[...] La scena che si presentò ai nostri occhi è la seguente: una cornice di nastro adesivo verde racchiude la scena. La cornice è divisa in due riquadri uguali da una striscia verticale di nastro verde e reca sopra un foglio con la scritta 6 2 7 / +2. Nel primo riquadro, a sinistra, Giovanni Hassler (il primo gemello) ha in una mano un recipiente, nell'altra un passino che poggia sopra una tazza. Dalla posizione degli oggetti, sembra stia versando del liquido nella tazza. Nel secondo riquadro, Guido Hassler, l'altro gemello, è circondato completamente da corde ritorte a formare centinaia e centinaia di gasse d'amante, bocche di lupo, parlati, scorsoi. Su Guido Hassler spicca - in verde - la lettera I. Recipiente, passino e tazza sono ripetuti anche nel secondo riquadro. [...]
Prima lettura: 3 1 4 1'1 1: 4 = 6 2 7
Soluzione: tra i nodi v'è I: colò = Traino di veicolo

Parte 4
[...] Nel salotto, sgomberato dai mobili, troneggiava una cornice in nastro adesivo color giallo, divisa in due verticalmente da una striscia di nastro adesivo dello stesso colore. In cima si trovava un foglio recante la scritta di colore giallo 1'5 1 5 9 / +0. All'interno del riquadro di sinistra, in alto, si leggeva la scritta (in giallo): Ore 20:50. Nel mezzo, seduto su una sedia, il corpo del Bandiera in uniforme da poliziotto, la faccia atteggiata ad una smorfia di dolore (ottenuta mediante applicazione sul volto di pezzetti di nastro adesivo). Nel riquadro di destra una scritta in alto recita: Poco dopo (in inchiostro giallo). Il riquadro è occupato da un cartoncino recante incollata una foto - ritagliata da una qualche rivista - di una folla in lacrime. [...]
Prima lettura: 6 6, 4 5 = 1'5 1 5 9
Soluzione: soffre agente, indi gente = S'offre a gente indigente

Parte 5
[...] All'interno del salotto spicca una cornice in nastro adesivo viola con sopra la scritta 11 2 8 / -1. Circondata dalla cornice, in uniforme da domestica con tanto di crestina, si trova la Frantoi. Il corpo è in piedi, con in una mano un aspirapolvere, nell'altra uno straccetto. Tutto intorno, una serie di prodotti per la casa, una scopa, un secchio, un battitappeto. In basso trova posto una scritta (in viola): Secondo loro pulisci tutto!. Non un solo granello di polvere sporca la scena, nessuna traccia, niente. [...]
Domanda addizionale: La data del delitto successivo (il 5 settembre: tra un delitto ed il successivo passano 128, 64, 32, 16 ed ora 8 giorni)
Prima lettura: 3 2 6 - 5 - 5! = 11 2 8
Soluzione: con te nitore - dicon - serva! = Contenitore di conserva

Parte 6
[...] Il salotto era stato completamente sgomberato dai mobili, portati in altre stanze. Al centro della sala, una cornice fatta di nastro adesivo color indaco, sul lato superiore la scritta: 5 4 2 6, 5 / +3. All'interno della cornice, su un piedistallo a due scalini costruito con libri presi nella casa del Pulcini, trova posto una massiccia sedia in legno; cuscini e schienale sono stati foderati con carta color indaco, e sulla parte superiore della sedia è stata incollata una corona (anch'essa in cartoncino color indaco). Il Pulcini è stato sistemato in posizione inginocchiata, con le braccia, la testa e parte del torso ricoperte da cerotti, bende, garze. Nelle mani, protese verso la sedia, ha una gassa d'amante ed uno scorsoio. In basso, una scritta indaco avverte: Li consegni lì! Nonostante l'ingente spostamento di mobilia, non siamo riusciti a trovare alcuna traccia estranea nella casa. [...]
Prima lettura: 2 5, 8, 3 4 = 5 4 2 6, 5
Soluzione: al trono, medicato, dia nodi = Altro nome di catodi, anodi

Parte 7
[...] Ancora una volta, il salotto è stato sgomberato dai mobili; e per l'ennesima volta, una cornice di nastro adesivo (stavolta azzurro) inquadra la scena; attaccato alla cornice, un foglio con la scritta: 8 11 / -1. All'interno della cornice, due statue bronzee raffiguranti una della dea della sapienza (nell'atto di scagliare una lancia), l'altra la dea della caccia (china in preghiera). In una posa quasi simile alla seconda statua si trova la Lucchetti, che reca su di sé un foglio con le lettere L O. [...]
Prima lettura: 8, 1 1 1 3 5 = 8 11
Soluzione: raccolta, L e O par diana = Raccolta leopardiana

Parte 8
[...] L'inquadratura muove dalla parte alta della casa, dove si legge la scritta: 1'1 1 7: 1 5 5 3 4 5 3! = 8 10 10 1'7 / +0; più in basso, sulla sinistra, la cinepresa inquadra il corpo del Dallolio in posizione inginocchiata, con attaccata una R; accanto, un cartoncino recita: Chiedo perdono per i mei misfatti! Al centro della scena, si vedono i due poliziotti, parzialmente nascosti da una grande T situata tra loro e l'operatore. In quel momento, dal registratore escono due voci: Pericoli non ne creerà più, adesso!, dice la prima. Sì, tranne forse se dovesse cadere!, risponde l'altra. Alla destra dei due, sull'impalcatura, viene inquadrata la scritta CCI. [...]
Prima lettura: 1'1 1 7: 1 5 5 3 4 5 3! = 8 10 10 1'7
Soluzione:  s'è R pentito: T almen teman che voli dalla CCI = Serpenti totalmente manchevoli d'allacci

Commenti, insulti e sfottò sono ovviamente benvenuti (in chiaro e/o in privato) :lol:

Alois :D
You dont know what you're talking about, do you? - Anton Chigurh

alois

Solutori 1: Divergenze, Kc8, Gino Taja, Elle, Marchino, Amazing, Rincewind, Revox, Umano, Angela.C, Feidhelm.

Solutori 2: Umano, Gino Taja, Kc8, Elle.

Solutori 3: Il Langense, Gino Taja, Umano, Marchino, Elle, Rincewind, Revox, Amazing, Kc8, Divergenze, Angela.C, Feidhelm, Dj The Emperor.

Solutori 4: Gino Taja, Kc8, Elle, Umano, Rincewind, Angela.C, Divergenze, Revox, Feidhelm, Dj The Emperor.

Solutori 5: Kc8, Gino Taja, Umano, Rincewind, Angela.C, Elle, Revox, Feidhelm.
Prossimo delitto: Kc8, Rincewind, Feidhelm, Elle, Umano.

Solutori 6: Rincewind, Gino Taja, Kc8, Umano, Elle, Revox, Feidhelm, Angela.C, Divergenze.

Solutori 7: Umano, Revox, Divergenze, Gino Taja, Kc8, Feidhelm, Elle.

Solutori 8: Umano, Gino Taja, Divergenze, Rincewind, Feidhelm, Kc8, Angela.C, Revox, Elle.


Alois :D
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alois

Roma, 9 settembre 2003
Flap flap flap - il ventilatore ruotava pigro nell'aria, smuovendone quel tanto che bastava per non sentir troppo caldo e per lasciare fermi sul tavolo i cento e cento fogli che lo ingombravano. Xavier Ytzaki, dopo aver fatto scorrere gli occhi sulle scartoffie accumulate a casaccio, decise che era ora di ripartire da capo, dall'inizio, ripercorrendo la strada già vista mille e mille volte. Lentamente, uno alla volta, raccattò i documenti, li mise in ordine, li impilò uno sull'altro in rigoroso ordine cronologico, li stivò in un faldone (alto come una ruota di macchina - come aveva detto recentemente un suo collega). Si accese una sigaretta, avvicinò il posacenere - da poco riaffiorato da sotto le carte - e prese il primo fascicolo dal mucchio.

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Roma, 31 dicembre 2002, ore 22:30
Le vie erano semideserte, tutta la popolazione romana s'era riversata nelle strade del centro dalla periferia, lasciando dietro di sé il buio delle case, spezzato qua e là da qualche luce sporadica - indizio di gente che voleva stare tranquilla, e tenersi fuori dalla calca insopportabile di un ultimo dell'anno danzante e caciarone. In una via più deserta delle altre, davanti al cancello di una casa più isolata delle altre, un'ombra allungò una mano e premette il pulsante del citofono.
- Sì?
- Mi scusi, mi si è fermata la macchina qui sotto, e ho anche il cellulare scarico. Potrebbe farmi salire per fare una telefonata?
- Mah, a quest'ora di notte...
- La prego, devo raggiungere degli amici per il veglione, la prego...
Bzzz... Clack - il cancellò si aprì, e l'ombra scivolò dentro rapida, non prima di aver dato un'occhiata intorno a sé. Entrò nel portone, salì le scale, verso la porta al primo piano (sapeva già che era al primo piano), una mano in tasca, l'altra, guantata, ad afferrare la ringhiera delle scale per fare prima. La porta era aperta, sulla soglia il proprietario di casa, sorridente: Prego, venga dentro... Il tempo di fare due passi dentro casa, sentire la porta chiudersi dietro le spalle, girarsi, tirare fuori la pistola, puntarla al cuore dell'uomo, sparare (un flop attutito, niente di più), sostenere l'uomo per non farlo cadere, trascinarlo verso il salotto: il tempo di quattro, cinque battiti di cuore, e la parte semplice del compito era fatta. Adesso veniva il difficile. L'opera d'arte. Il capolavoro. Scavalcando le gambe del morto - mezzo disteso su una poltrona - aprì l'ampio cappotto e iniziò a tirare fuori gli strumenti: carta, cartoncino, forbici, pennarelli, colla, nastro adesivo, due incongrui bouquet di fiori, un calendario. Si mise all'opera con la sicurezza di chi ha già provato la scena cento volte, ogni taglio preciso, ogni pezzo di scotch al suo posto. Nel giro di tre quarti d'ora aveva finito. Fece due passi indietro, per ammirare il lavoro da lontano, si riavvicinò, aggiustò un paio di particolari del morto che non erano perfettamente a posto. Fatto, pensò. Si girò, uscì dall'appartamento, scese le scale, aprì il portone, il cancello, uscì e scomparve nel buio dell'ultima notte del 2002, che stava lì lì per accendersi dei fuochi artificiali sparati per salutare il 2003.

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Roma, 9 settembre 2003
Il primo foglio che trovò dentro al fascicolo non era nient'altro che la descrizione - corredata da foto - della scena che si era presentata davanti ai poliziotti il 3 gennaio del 2003, quando avevano bussato a casa della vittima, spediti lì da alcuni colleghi del morto insospettiti per la sua assenza (Lui, così preciso e puntuale!). Dal rapporto, che s'apriva con i consueti dati anagrafici (Quirino Ricci, 35 anni, celibe, nato a eccetera eccetera), emergeva in maniera chiara lo stupore, l'incredulità dell'estensore. E certo dovevano essere rimasti ben colpiti - i poliziotti - alla vista del salotto del Ricci.

[...] Entrati che fummo nel salotto del Ricci, apparve ai nostri occhi la scena che qui descriviamo. Il cadavere - in pieno rigor mortis - risultava inquadrato in una specie di cornice di nastro adesivo rosso, sormontata da un foglio di carta con - a stampa - i numeri 5 1 10 2 8 / +0. Il Ricci, che volgeva verso di noi il profilo sinistro, aveva il braccio sinistro allungato e nella mano un libro (risulterà poi essere uno dei tanti della sua bibilioteca) foderato con una copertina nera recante sovrimpressa in rosso la lettera G. Il libro poggia su una specie di mensola, circondata da una cornice lignea perpendicolare alla scena; su tale cornice si legge la scritta: Restituzione prestiti. Nella mano destra, più vicina al corpo della sinistra, il Ricci tiene - o meglio, del nastro adesivo tiene fermi - due bouquet di fiori di carta rossa. Sul corpo del Ricci - che veste una camicia arrossata sul davanti dal sangue colato dalla ferita mortale - è applicata con la colla una rossa lettera S. Dietro alla schiena del Ricci, sempre all'interno della cornice d'adesivo, è fissato un calendario: su di esso la scritta - in rosso - Edito da Quirino Ricci. Per terra, davanti al quadro, l'orologio rotto del Ricci segna le 22:40 del 31. [...]

Poggiò il foglio davanti a sé, e lesse e rilesse (sarà stata la centesima volta) la descrizione della scena del delitto. Sapeva che il mistero era tutto lì - e del resto la Scientifica non aveva trovato altro di utile: chiunque fosse stato, non aveva lasciato tracce di sé - se non oggetti comunissimi - dietro di sé. Niente di niente di niente. Solo quell'incongrua scena - quella prima incongrua scena.

Soluzioni in PVT.

Alois :D
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daniela di bologna

niente come un rebus di alois - fascinosamente chandleriano - per sentirmi una cretina  :-?  :roll:

(ma festeggerai i 9999 o i 10000? o entrambi?)
courage is grace under pressure

uomoelettrico

Citazione di: "daniela di bologna"niente come un rebus di alois - fascinosamente chandleriano - per sentirmi una cretina  :-?  :roll:
Se organizzi la cena dei cretini chiamami!

Per avere l'illuminazione basta accendere una lampadina.

kudrow82

Citazione di: "uomoelettrico"
Citazione di: "daniela di bologna"niente come un rebus di alois - fascinosamente chandleriano - per sentirmi una cretina  :-?  :roll:
Se organizzi la cena dei cretini chiamami!
se non si mangia roba tipo cavallette e formaggi coi vermi, mi unisco alla compagnia 8)  :lol:
Questo non è il Vietnam, è il Bowling, ci sono delle regole

guazzoa

Citazione di: "kudrow82"
Citazione di: "uomoelettrico"
Citazione di: "daniela di bologna"niente come un rebus di alois - fascinosamente chandleriano - per sentirmi una cretina  :-?  :roll:
Se organizzi la cena dei cretini chiamami!
se non si mangia roba tipo cavallette e formaggi coi vermi, mi unisco alla compagnia 8)  :lol:

formaggi normali, sono le cavallette ad avere i vermi.....
caput potius quam dictum perdere  

internettualagnè

kudrow82

cara guazzoa, non sei una vera gourmet 8)  :lol:

formaggio coi vermi

:wink:
Questo non è il Vietnam, è il Bowling, ci sono delle regole

alois

Roma, 9 settembre 2003
Xavier rimise il foglio nel fascicolo, dove trovavano posto le foto e i resoconti della scientifica e del medico legale (carta, carta, carta e ancora carta senza un minimo indizio) e spostò il malloppo alla sua destra. In cima al fascio di documenti sulla sua sinistra c'era un cartoncino, scritto al computer. Lo prese in mano, lo lesse per l'ennesima volta: 1 4: 1 1, 3 1 5 [2 8] = 5 1 10 2 8. Recapitato con una lettera anonima ad uno dei Commissariati di Roma, non dava di sé altra informazione se non quella sfilza di numeri. Lo girò e lo rigirò tra le mani, quasi a volerne estrarre chissà cosa, poi lo mise assieme agli altri documenti, sulla sua destra. Continuò a pescare dalla pila ordinata, e si trovò in mano il secondo caso.

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Roma, 8 maggio 2003, ore 21:45
Massimo Nocetti era seduto davanti al televisore, sintonizzato su RaiTre, intento alla visione dell'ennesima puntata de "La Squadra" - la sua fiction, preferita - quando sentì suonare il campanello. Reprimendo un gesto di stizza - contenuto, ché dopo tre quarti d'ora scarsi di telefilm non si era certo ancora nel vivo - si alzò ed andò ad aprire (tanto lo sapeva chi era, era la donna dell'appartamento di fronte, quella che aveva la sublime abilità di scocciarlo quando meno avrebbe dovuto). Aperta la porta, non fece in tempo nemmeno a stupirsi per la faccia inattesa che gli si parò davanti. Il proiettile, senza quasi rumore, senza quasi dolore, gli attraversò il cuore lasciandogli solo il tempo di chiedersi - incongruamente - come sarebbe finita la puntata. La faccia inattesa - dotata di un'inattesissima ma oramai evidentissima pistola - l'afferò prima che cadesse all'indietro, spinse avanti a sé con un piede una valigetta, entrò dentro casa, si chiuse la porta dietro le spalle. Trascinò il corpo nel salotto, tornò indietro a recuperare la valigetta, l'aprì estraendone una sfilza di oggetti di cancelleria e - con la solerzia di chi ha poco tempo da perdere - si mise al lavoro (non prima di aver spento il televisore: considerava di malaugurio i telefilm polizieschi). Fece spazio in salotto (sorrise, al pensare di star facendo spazio) e tirò fuori dalla valigetta delle lunghe strisce di cartoncino: poggiandole accanto al morto, una dopo l'altra, si rese conto di averlo ben misurato ad occhio: che soddisfazione! Ci volle un po' più dell'altra volta, ma poi non troppo. Erano quasi le undici e mezza quando lasciò l'appartamento, senza far rumore, senza lasciare tracce. E fu un bene, perché la vicina di casa suonò il campanello alle undici e trentuno. Non avendo risposta, attese per un po', suonò di nuovo e poi desistette, maledicendo in cuor suo la misoginia del condomino.

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Roma, 9 settembre 2003
Aperto il fascicolo per l'ennesima volta, Xavier lesse sul primo foglio l'incredibile descrizione della messinscena. Chiunque sia, ha un bel gusto del teatro - pensò mentre si accingeva alla lettura del verbale del 9 maggio 2003.

[...] Nel mezzo del salotto del Nocetti, dove era stato fatto largo spostando la mobilia, all'interno di una cornice in nastro adesivo arancione sormontata dalla scritta 6, 5 2 6 / +0, trovasi un razzo. Inclinato sulla destra di circa quindici gradi, il razzo sembra in movimento, come del resto si deduce dalle fiamme in carta arancio che fuoriescono dalla coda. Il corpo del missile è chiaramente suddiviso in tre pezzi distinti e reca visibile un'enorme C di color arancione. In basso, su un cartoncino, una scritta - sempre di color arancione - avverte: È il fatto che sia diviso in segmenti che permette il movimento! All'interno del razzo, che lo circondava interamente dalla testa ai piedi, è stato rinvenuto il corpo del Nocetti, ucciso da un colpo di pistola al cuore. [...]

Xavier storse la bocca. Scherzare, si scherza; giocare, si gioca. Ma scherzare e giocare con la morte, usare persone reali per costruire enigmi, questo no, non andava bene. E se si fosse fermato lì...

Soluzioni in PVT.

Alois :D
You dont know what you're talking about, do you? - Anton Chigurh

alois

Back home... :lol:

Alois :D
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alois

Roma, 9 settembre 2003
Il ventilatore continuava col suo monotono flap flap flap a smuovere l'aria mentre le cicche di sigaretta si accumulavano nel posacenere. Xavier poggiò il secondo mazzo di fogli, rapporti tecnici, referti e foto sulla sua destra, prendendo in mano un unico foglietto di carta leggera. Lo conosceva, l'aveva già visto decine di volte, ma provò nel rileggerlo lo stesso brivido della prima volta. Sul foglio era scritto: G ridà: è S, chi à mazzi [dì pubblicò] = Grida e schiamazzi di pubblico. Si ricordò di come - nel ricevere anonimamente quella lettera - si fosse pensato che le indagini fossero ad una svolta. Si ricordò di come quella non fosse stata che una speranza vana, essendosi tutto subitamente arenato giacché non si riuscì a cavare da quella frase nient'altro che la frase medesima. Si ricordò anche dell'indizio successivo - anche questo anonimo, anche questo limitato ad una sola serie di numeri: 6, 1 1 5, 6 = 6, 5 2 6. Oramai era chiaro che cos'era, ma non aiutava assolutamente. Tempo di andare avanti - pensò, e prese in mano il terzo pesante fascicolo.

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Roma, 11 luglio 2003, ore 22:33:15.04
La scena è inquadrata da una telecamera: Giovanni e Guido Hassler amano giocare con riprese, filmati, montaggi digitali. Tengono ogni angolo di casa sotto il controllo dell'occhio elettronico (stanno lavorando ad un progetto intitolato 24h, che giocherà sull'ambiguità del loro essere gemelli per creare illusioni di ubiquità) e registrano tutto. Registrano anche - in formato digitale di qualità elevata - gli ultimi secondi della loro vita, stroncata, unanimemente così come unanimente era stata vissuta, da un paio di colpi di pistola così rapidi da sembrare uno solo. Le telecamere inquadrano - mosse da sensibili sensori di movimento - l'ombra nerovestita entrata in casa da una finestra lasciata aperta per il caldo e la seguono fino all'appuntamento con i due gemelli, seduti ognuno davanti al proprio monitor. Le telecamere inquadrano e trasmettono agli schermi in una finestrella ahi per i due troppo piccola, l'ombra che si avvicina furtiva alle spalle dei gemelli; inquadrano i due spari, le due morti contemporanee, seguono pedissequamente il trasporto dei corpi in salotto e la grottesca messinscena che l'ombra crea con il nastro adesivo, i pennarelli, le corde, le tazze. Se avessero un'anima si sarebbero spente da tempo, se non altro per simpatia nei confronti dei due ex-proprietari, ridotti a manichini usati per un montaggio che non gli appartiene. Ma non hanno un'anima, le telecamere: ciò che riprendono è nell'occhio di chi vede, non nel loro. E pertanto continuano a filmare, a inviare fiumi e fiumi di bit - rappresentanti nitidissime immagini d'un oscura follia - al computer che altrettanto anonimamente, non distinguendo uno zero da un uno, li registra su supporti magnetici. Lo farebbero per sempre - fino all'esaurimento della capacità, o finché un black-out non chiuda loro metaforicamente le palpebre - ma nel nostro caso si fermano quando l'ombra (con lo stesso calmo metodo di tutte le volte) le stacca una dopo l'altra, non dimenticandosi di portar via dischi rigidi, memorie volatili, cd e dvd. Nessun occhio - né umano, né meccanico - vede l'ombra uscire dalla finestra ed eclissarsi come se non fosse mai stata là.

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Roma, 9 settembre 2003
Ah, i due gemelli - disse fra sé Xavier - quelli che riprendevano tutto. Tutto tranne quello che ci serviva, maledizione! Di cattivo umore, s'accinse alla lettura del rapporto del 12 luglio 2003.

[...] La scena che si presentò ai nostri occhi è la seguente: una cornice di nastro adesivo verde racchiude la scena. La cornice è divisa in due riquadri uguali da una striscia verticale di nastro verde e reca sopra un foglio con la scritta 6 2 7 / +2. Nel primo riquadro, a sinistra, Giovanni Hassler (il primo gemello) ha in una mano un recipiente, nell'altra un passino che poggia sopra una tazza. Dalla posizione degli oggetti, sembra stia versando del liquido nella tazza. Nel secondo riquadro, Guido Hassler, l'altro gemello, è circondato completamente da corde ritorte a formare centinaia e centinaia di gasse d'amante, bocche di lupo, parlati, scorsoi. Su Guido Hassler spicca - in verde - la lettera I. Recipiente, passino e tazza sono ripetuti anche nel secondo riquadro. [...]

Che grandissimo figlio di *** - pensò Xavier - Ucciderne due per il suo giochetto perverso. Ma ti prenderemo, puoi giurarci!

Soluzioni in PVT.

Alois :D
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alois

Roma, 9 settembre 2003
Anche il terzo malloppo finì sulla destra di Xavier a far compagnia ai primi due. I due fogli che si trovavano in cima alla pila di sinistra erano di nuovo due lettere anonime. Sul primo si leggeva: frutta, C a stadi, cinesi = Frutta, casta di cinesi. Sul secondo, invece: 3 1 4 1'1 1: 4 = 6 2 7. Altri aiuti, altri insuccessi, altri misteri. Il fascicolo successivo recava la scritta Caso chiuso; Xavier lo ricordava bene, l'aveva risolto lui quel caso: il solito copy-cat che, dopo il bailamme sollevato dai giornali a seguito del terzo (doppio) omicidio, aveva pensato bene di seguire i passi del misterioso Assassino enigmista (come qualche titolista l'aveva battezzato), senza averne però né l'abilità, né la classe (Xavier si vergognò un po', per aver attribuito della classe al mostruoso sconosciuto). Già dall'enigma proposto (prende temi S, or prende temi = Prendetemi, sorprendetemi!) si capiva che la mano era diversa; e che la mano fosse diversa lo si capì dalla quantità di tracce lasciate in giro, per non parlare del fatto che almeno tre persone l'avevano visto. Xavier spostò il fascicolo sull'altro mucchio, pensando che avrebbe potuto tranquillamente metterlo da parte e scordarsene. Non poteva, invece, scordarsi del malloppo successivo, proprio non poteva: c'era un collega di mezzo.

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Roma, 12 agosto 2003, ore 20:47
Alle ore 20 e 47 del 12 agosto c.a., io sottoscritto Bandiera Antonio, appena rientrato a casa dopo aver smontato dal servizio presso il Commissariato di zona, mi trovavo a percorrere il corridoio che dal bagno porta al salotto quando un rumore sospetto proveniente dalla camera da letto attirava la mia attenzione. Prontamente recatomi - dopo rapido dietro-front - nella suddetta camera da letto, facevo appena in tempo a scorgere un'ombra scura prima di essere colpito al petto da corpo contundente sparato ad alta velocità da presumibile pistola automatica. Tale corpo contundente - che risulterà poi essere un proiettile - penetrando nella cavità toracica del sottoscritto provocava lesioni gravissime al muscolo cardiaco (cuore) con conseguente pressoché istantanea morte del proprietario. Il senso di servizio del Bandiera (la terza persona è d'obbligo essendo egli testé spirato) mi permette però di continuare a resocontare i fatti successivamente accaduti, quali: il trascinamento del corpo in salotto (sua destinazione precedente al trapasso) congiuntamente a borsone in pelle nera di media capienza; lo sgombero del salotto, mediante traslazione manuale di alcuni mobili in direzione delle pareti; l'approntamento di una specie di teatrino al centro del salotto medesimo utilizzando all'uopo del nastro adesivo, fogli di carta e pennarelli; la sistemazione del corpo del Bandiera in posizione evidentemente acconcia a reconditi fini; l'osservazione compiaciuta della scena ottenuta; la fuoriuscita dal salotto e probabilmente dalla casa del Bandiera a lavoro ultimato, azione questa che conclude il presente resoconto.

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Roma, 9 settembre 2003
Non l'aveva mai conosciuto, Antonio Bandiera; i colleghi gliel'avevano dipinto come un ottimo elemento, generoso e coraggioso. De mortuo nihil nisi bonum, pensò Xavier, anche se l'impressione che aveva ricavato dalla lettura dello stato di servizio della vittima era comunque buona. Pessima impressione aveva invece destato in lui - allora, ma temeva anche adesso - la lettura del rapporto del 13 agosto.

[...] Nel salotto, sgomberato dai mobili, troneggiava una cornice in nastro adesivo color giallo, divisa in due verticalmente da una striscia di nastro adesivo dello stesso colore. In cima si trovava un foglio recante la scritta di colore giallo 1'5 1 5 9 / +0. All'interno del riquadro di sinistra, in alto, si leggeva la scritta (in giallo): Ore 20:50. Nel mezzo, seduto su una sedia, il corpo del Bandiera in uniforme da poliziotto, la faccia atteggiata ad una smorfia di dolore (ottenuta mediante applicazione sul volto di pezzetti di nastro adesivo). Nel riquadro di destra una scritta in alto recita: Poco dopo (in inchiostro giallo). Il riquadro è occupato da un cartoncino recante incollata una foto - ritagliata da una qualche rivista - di una folla in lacrime. [...]

Per chi ha preso le sue vittime, questo disgraziato? Per clown?, si disse Xavier, mentre guardava la foto del Bandiera nel fascicolo del quarto delitto.

Soluzioni in PVT.

Alois :D
You dont know what you're talking about, do you? - Anton Chigurh

daniela di bologna

courage is grace under pressure

alois

Citazione di: "daniela di bologna":o  :o
Che fu?

Alois :D
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alois

Roma, 9 settembre 2003
Il fascicolo del quarto delitto raggiunse gli altri sulla pila a sinistra. Poco dopo vi si sovrapposero le solite due lettere anonime: tra i nodi v'è I: colò = Traino di veicolo la prima e 6 6, 4 5 = 1'5 1 5 9 la seconda. Xavier accese un'altra sigaretta, tirò un sospiro (la rilettura gli aveva dato solo angoscia e nessuna idea sull'autore) e afferò il fascicolo del quinto delitto.

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Roma, 28 agosto 2003, ore 21:15
Enrica Frantoi era appena rientrata a casa e già aveva notato il primo impercettibile granello di polvere sul mobile dell'ingresso. Lo raccolse - invisibile com'era - coll'indice e subito dopo osservò controluce il piano superiore del mobile a scovarvi altri minuscoli intrusi. Non ne trovò, e s'incamminò soddisfatta verso il corridoio, non prima di essersi levata le scarpe - sporche dopo una giornata all'esterno - per indossare le pattine. Aprì la porta di comunicazione (spingendola col dorso della mano per non lasciarvi impronte, le mani ancora sporche dopo il lavoro) e per poco non svenne alla vista della chiazza di liquido brunastra che deturpava il pavimento. Con uno sguardo tra l'interrogativo e lo spaventato, corse rapida verso l'armadio delle spazzole e degli stracci per privarsi prima che fosse possibile di quell'obbrobrio. Non vi giunse mai, perché un minuscolo oggetto - più grande di un granello di polvere, più piccolo di una macchia per terra, ma infinitamente più veloce di entrambi - le penetrò nel cuore uccidendola all'istante, senza nemmeno darle il tempo di pensare che avrebbe imbrattato col proprio sangue il pavimento. L'ombra afferò il corpo al volo - non aveva certo bisogno di macchie di sangue in giro - e lo trasportò in salotto. Con la stessa metodica calma di tutte le altre volte, montò il suo macabro teatrino. Finito che ebbe se ne andò, non prima di aver pulito la macchia nel corridoio.

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Roma, 9 settembre 2003
Ah, la colf maniaca per la pulizia, pensò Xavier ricordando le testimonianze dei datori di lavoro della sesta vittima. Così com'è vissuta, è morta - si disse - anche se scommetto che non sarebbe stata contenta di vedersi, così com'era stata ridotta... Il rapporto del 29 agosto recitava infatti...

[...] All'interno del salotto spicca una cornice in nastro adesivo viola con sopra la scritta 11 2 8 / -1. Circondata dalla cornice, in uniforme da domestica con tanto di crestina, si trova la Frantoi. Il corpo è in piedi, con in una mano un aspirapolvere, nell'altra uno straccetto. Tutto intorno, una serie di prodotti per la casa, una scopa, un secchio, un battitappeto. In basso trova posto una scritta (in viola): Secondo loro pulisci tutto! Non un solo granello di polvere sporca la scena, nessuna traccia, niente. [...]

Ma come fa a non lasciare mai nessuna traccia, a non sbagliare mai? È un essere diabolico quello con cui abbiamo a che fare? si depresse Xavier. E ne aveva ben donde: quel delitto era di nemmeno due settimane prima, i giornali avevano strillato ai quattro venti l'incapacità della Polizia e lui non aveva in mano nulla di nulla - tranne i poveri morti. E - si ricordò - una domanda che si era posto allora: quando sarebbe stato il delitto successivo?

Soluzione in PVT.

Alois :D
You dont know what you're talking about, do you? - Anton Chigurh